Ciclismo, Geraint Thomas: "Roglic? La Red Bull-Bora-Hansgrohe non si fida di lui"
Il gallese attacca la squadra tedesca e la gestione dello sloveno per il Tour de France, ma intanto pensa anche al post ritiro: "Mi piacerebbe restare alla Ineos Grenadiers"

Geraint Thomas (Ansa)
Roma, 22 febbraio 2025 - Per molti, tra tifosi e addetti ai lavori, la sua assenza in gruppo peserà tanto, ma intanto Geraint Thomas deve ancora viversi appieno la sua ultima stagione su strada prima del ritiro. E poi? Il gallese, nonostante i tempi non siano ancora maturi, ha già le idee chiarissime.
Le dichiarazioni di Thomas
"Mi piacerebbe fare ancora parte di questo mondo e in particolare della Ineos Grenadiers, squadra che sento come una parte di me. Sono qui dall'inizio di questo progetto e mi piacerebbe restarci in qualche modo, anche se dobbiamo ancora stabilire che ruolo preciso potrei avere". Queste le prime dichiarazioni raccolte dal giornalista Daniel Benson a margine della Volta ao Algarve, la corsa di cui finora si è parlato soprattutto per l'incredibile gaffe della prima tappa, costata la vittoria proprio alla Ineos Grenadiers e in particolare a Filippo Ganna a causa di un grossolano errore di gran parte del gruppo, che ha imboccato la strada sbagliata, a sua volta non indicata e transennata a dovere. In realtà, sempre secondo Benson, i dialoghi in seno alla formazione britannica per cominciare a pensare al futuro di Thomas sono già cominciati nonostante davanti ci sia quasi un'intera stagione ancora in ballo: l'obiettivo è fare del classe '86 al più presto un direttore sportivo.
Certo, eventualmente, in ammiraglia il gallese dovrebbe probabilmente prepararsi a un ruolo più diplomatico di quello usuale che lo vede tra le lingue più affilate del gruppo: basti pensare a quanto dichiarato, stavolta nel suo solito rovente podcast, sulle altre squadre e in particolare sulla Red Bull-Bora-Hansgrohe e su Primoz Roglic. "Penso che sia strano che quest'anno gli facciano fare il Giro d'Italia. Ha lasciato la Visma-Lease a Bike proprio per essere il capitano unico al Tour de France e, in fondo, il Giro d'Italia lo ha già vinto due anni fa. Mi viene da pensare a una cosa: che forse la Red Bull-Bora-Hansgrohe non creda pienamente alle chance di Roglic al Tour de France. Eppure, hanno speso un sacco di soldi per prenderlo e per giustificare quello stipendio vanno sul sicuro, quindi il Giro d'Italia, che darebbe più ritorno di un Tour de France nel quale potrebbe non salire sul podio".
Le saette di Thomas si spostano proprio sulla Grande Boucle e su quella solita rivalità che rischia di monopolizzare i giochi vittoria e dalla quale, a suo dire, Roglic si è praticamente sfilato con la complicità della sua squadra. "Quindi, che si fa? D'ora in poi nessuno sfiderà più Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, portandoli in carrozza per tutta la Francia? Capisco la scelta di due anni fa di portare Roglic al Giro d'Italia, ma facendoglielo correre quest'anno è chiaro che poi al Tour de France non sarà al top della forma. In tre settimane può succedere di tutto, se poi ti presenti non al 100% allora le chance si riducono ulteriormente".
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