Ciclismo, Jakobsen sul tema sicurezza: "Oggi le volate sono troppo affollate"
L'olandese prova a individuare le cause delle cadute sempre più frequenti: "Prima meno squadre e corridori erano interessati agli sprint: oggi nel finale c'è troppo caos. E nel percorso, a volte, troppi ostacoli"

Fabio Jakobsen (Ansa)
Roma, 21 febbraio 2025 - Quando si parla di sicurezza nelle volate, una delle voci più accreditate è quella di Fabio Jakobsen, che ha tristemente guadagnato questa fama dopo il grave incidente che lo vide coinvolto nel Giro di Polonia 2020 e che mise a serio repentaglio prima la sua vita e poi la carriera. Dopo un lungo calvario, l'olandese è tornato in sella con alterni risultati e, parlando del passato più recente, con un 2024 molto negativo da riscattare in questa stagione appena cominciata non esattamente con il piede giusto per quanto riguarda l'organizzazione delle corse. Tra Étoile de Bessèges e Volta ao Algarve, infatti, è successo di tutto, ma per Jakobsen, di professione sprinter, il vero nemico numero uno della sicurezza restano le volate.
Le dichiarazioni di Jakobsen
Intercettato dai microfoni di Router, il corridore del Team Picnic PostNL ha approfondito un tema a sé molto caro, provando anche a trovare qualche contromisura. "Penso che la sicurezza sia migliorata, perché non si è più verificato un incidente come il mio. Ciò è buono e speriamo rimanga così, ma penso che gli organizzatori e l'Uci debbano continuare a lavorare per valutare cosa si può migliorare per evitare episodi come quello che riguardano in particolare i velocisti. Gli sprint sono sempre più affollati e le possibilità di incidenti stanno aumentando. Ci sono sempre più squadre interessate alle volate e sempre più corridori che hanno la chance di entrare nella top 5". Jakobsen articola la sua teoria agganciandosi alla strettissima attualità. "Se si guarda a corse come l'UAE Tour si può dire che esistono anche venti-venticinque corridori che possono arrivare tra i primi dieci e questo significa che molti restano fuori. Quando io ho partecipato a questa corsa, che all'epoca si chiamava Dubai Tour, le squadre interessate alla volate erano molte meno e quindi, da allora, direi che la mole di corridori in gioco è addirittura triplicata". Se questi, per il classe '96, sono i problemi principali, le possibili soluzioni, almeno come proposte, non si fanno attendere. "Forse potremmo creare delle nuove regole per le volate, come su quando è possibile deviare per non mettere in pericolo gli altri. Le domande sono tante. Si può scegliere da che parte stare? E se sì, il corridore dietro può seguire quello davanti? Perché se così fosse poi lui potrebbe a sua volta mettere in pericolo chi c'è dietro, che a sua volta non saprebbe poi chi biasimare. Quello davanti direbbe di essersi spostato per superare, quello dietro si difenderebbe dicendo che ha solo seguito la scia. Insomma, non c'è una soluzione univoca e forse non ci sarebbe neanche se si stabilisse una regola, poi difficile da far applicare". Il pensiero di Jakobsen è articolato e complesso così come, in effetti, lo sono le volate attuali, sempre più affollate ma anche sempre più veloci. "Se si decide di ridurre i rapporti molti ciclisti userebbero le pedivelle più corte per aumentare il numero di giri. Penso che la migliore soluzione per ridurre i rischi sia eliminare gli ostacoli dal percorso: per il resto, le cadute fanno parte di questo sport".
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