Ciclismo, Roglic: "Dopo la caduta al Tour ho pensato di smettere"

Lo sloveno si confessa in patria: "Mi sono chiesto se fosse giusto per me vivere tutto ciò. Per fortuna sono tornato alla Vuelta ed è stata la scelta giusta"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
17 settembre 2024
Primoz Roglic dopo la caduta al Tour (Ansa)

Primoz Roglic dopo la caduta al Tour (Ansa)

Roma, 17 settembre 2024 - Nel ciclismo, quando c'è una caduta, il confine tra sfortuna ed errori propri è spesso labile: se poi gli incidenti sono frequenti, l'ago della bilancia comincia a pendere verso il secondo ambito al punto da mettere tutto in discussione anche se si è un corridore tra i più forti della propria era. Proprio la forza consiste anche nel non nascondere le proprie debolezze, come fatto da Primoz Roglic, che ha confessato alla tv slovena Nedelo i pensieri neri che avevano attraversato la sua testa dopo il ritiro dal Tour de France 2024.

I dettagli

 Correva la tappa 12 e l'ex saltatore con gli sci finiva sull'asfalto in una giornata sulla carta semplice e per 'colpa' di Alexey Lutsenko, che non aveva visto uno spartitraffico, diventando così una palla da bowling per una buona parte della pancia del gruppo, la zona dove in effetti i leader non dovrebbero mai stazionare. In un primo momento i piani alti della Red Bull-Bora-Hansgrohe escludono fratture, ma ulteriori esami evidenziano un problema a una vertebra che avrebbe messo in bilico anche la partecipazione alla Vuelta 2024. Invece Roglic, che era già caduto rovinosamente al Giro dei Paesi Baschi 2024, recupera in tempo per la corsa spagnola e la vince nonostante altri contrattempi: su tutti la 'fuga bidone' che sembrava aver spianato la strada al trionfo di Ben O'Connor. La festa in terra iberica, la quarta in assoluto, non ha però cancellato l'amarezza per quanto successo alla Grande Boucle, ripercorsa da Roglic con una confessione choc. "Dopo quella caduta ho cominciato a pensare a cosa volessi e se avessi ancora bisogno di stare nel mondo del ciclismo, per vivere di nuovo tutto questo. Dopotutto, sono un essere umano". Alla maledizione che continua ad appesantire il suo rapporto con il Tour de France fanno da contraltare le gioie trovate altrove e in particolare in Spagna. "Tutto ciò che ho passato di spiacevole nella mia carriera, nonostante non avrei mai voluto che accadesse, mi ha anche portato cose buone: penso al supporto dei miei cari che mi aiuta a rialzare dopo ogni caduta. Eppure, pedalare sul dolore dopo la caduta in Francia comunque non è stato facile, ma la decisione di ricominciare dalla Vuelta - conclude Roglic - in fin dei conti è stata la migliore".

Tratnik alla Red Bull-Bora-Hansgrohe

 Quasi come un'ulteriore coccola, la Red Bull-Bora-Hansgrohe ufficializza oggi l'ingaggio per l'anno prossimo di Jan Tratnik. Connazionale e amico di Roglic, il classe '90 lascerà dunque la Visma-Lease a Bike per rinforzare la batteria di gregari della formazione tedesca, apparsa balbettante anche nella scorsa Vuelta. "Forse non sono più giovane, ma sono comunque felice di entrare in una squadra così ambiziosa: ho ancora molti obiettivi - conclude Tratnik, tra le altre cose grande cronoman e buon elemento per le corse di un giorno - e voglio mettere me stesso e la mia esperienza a disposizione del team sia su strada sia per la crescita collettiva".

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