Ciclismo, Roglic: "Sarò ai Mondiali a Zurigo. Evenepoel in squadra? Presto per parlarne"

Reduce dal trionfo alla Vuelta 2024, lo sloveno non è sazio: "Ma prima devo riposarmi. Remco alla Red Bull-Bora-Hansgrohe? Discorsi prematuri"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
11 settembre 2024
Primoz Roglic (Ansa)

Primoz Roglic (Ansa)

Roma, 11 settembre 2024 - Lo Slam completato a livello di Grandi Giri dalla sua Slovenia anche grazie a Tadej Pogacar deve averlo galzanizzato, unito al poker di successi totali messo a referto a livello personale alla Vuelta: fatto sta che Primoz Roglic non è sazio e, anzi, sogna di chiudere la stagione in grande, annunciando ai microfoni di Marca la propria partecipazione ai Mondiali di Zurigo per la prova in linea del 29 settembre e forse anche per la cronometro del 22 settembre.  

I dettagli

  "Saro in Svizzera, ma prima voglio tornare a casa e riposare per recuperare le forze spese in questo mese in Spagna". Mese dispendioso ma fruttuoso, con 3 tappe in carniere e soprattutto la maglia rossa finale di Madrid: sulla carta una formalità per colui che partiva da Lisbona con i galloni del favorito assoluto, ma nella pratica quasi un'impresa in rimonta a causa della 'fuga bidone' che aveva stravolto la classifica generale e consegnato un'ampia leadership a Ben O'Connor. "Quel giorno sono cambiati tutti i nostri piani, costringendoci a recuperare una distanza molto ampia e tra l'altro da un corridore molto forte. Abbiamo fatto del nostro meglio, pensando ad alcune tappe per attaccare e ad altre per 'riposarci' e alla fine è andata bene". Insomma, missione rimonta compiuta nonostante la Red Bull-Bora-Hansgrohe sia stata falcidiata da un virus. "Il Picon Blanco è stata una bella sfida: sono riuscito a gestirmi e a controllare la situazione, ma a livello di squadra mi dispiace per i compagni che sono stati costretti a ritirarsi nonostante tutte le fatiche fatte in una corsa dal ritmo sempre molto alto". Al netto dei retroscena, la Vuelta 2024 ha consegnato a Roglic il tanto agognato poker, a conferma di un feeling forte e di vecchia data. "Ogni vittoria è diversa: quella del 2019 la ricordo a malapena, ma erano gli inizi ed era tutto folle. Stavolta è servita una grande lotta per vincere. Prima c'era stato il Tour de France, che aveva lasciato diversi dubbi: avevo l'obiettivo di fugarli - ammette lo sloveno - e direi che ci sono riuscito nonostante il fastidio persistente alla schiena". Se la Vuelta è l'isola felice di Roglic, la Grande Boucle è invece un tabù ricco di sfortune magari da provare a scacciare nel 2025: sempre a patto di battere i fenomeni, uno dei quali (Remco Evenepoel) da radio mercato viene accostato con forza alla Red Bull-Bora-Hansgrohe. "Non so ancora cosa farò l'anno prossimo: sono decisioni dure da prendere. So che per vincere una corsa devi essere il migliore, al di là dei nomi dei rivali. Ce l'abbiamo fatta e dobbiamo godercela. Evenepoel? Sono argomenti sempre difficili da trattare, anche perché parliamo di qualcosa che non è accaduto. Quel che è certo è che io ho un ottimo rapporto con la mia attuale squadra, così come ne è rimasto uno buono con la Visma-Lease a Bike, il mio passato a livello sportivo, nel quale tra l'altro sono cresciuto molto e dove oggi ci sono ancora tanti amici".

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