Ciclismo, Vingegaard sul rebreathing: "Andrebbe vietato: molti ne fanno un uso improprio"
Il danese parla della discussa pratica che consiste nell'inalazione di monossido di carbonio: "Noi l'abbiamo adoperata, ma solo per monitorare. Non per tutte le squadre è così"

Jonas Vingegaard (Ansa)
Roma, 20 gennaio 2025 - Non solo la discussa 'control room' sperimentata durante lo scorso Tour de France, attirandosi anche diversi timori e perplessità: la Visma-Lease a Bike, seguendo anche il consiglio dell'Uci, che a sua volta nei mesi scorsi aveva rimesso la questione alla Wada, ha accantonato anche il rebreathing, la pratica che consiste nell'inalazione di monossido di carbonio per migliorare le proprie prestazioni sportive. A quanto pare non senza rischi.
Le dichiarazioni di Vingegaard
In ballo c'è la tutela delle normative antidoping, ma soprattutto la salute: un doppio tema sul quale, ai microfoni de Le Monde, si è espresso anche Jonas Vingegaard. "La mia squadra ha usato il monossido di carbonio per delle misurazioni sul sangue di noi corridori: viene inalato per la prima volta prima di un periodo di allenamento in quota e poi si ripete quest'operazione al termine di questa fase, valutando così il consumo di ossigeno da parte di ognuno". A detta del danese però non tutti adoperato questa pratica nel modo idoneo. "Alcune squadre ne fanno un uso improprio, inalando irregolarmente basse dosi di monossido di carbonio, che è una pratica che causa un notevole incremento delle prestazioni dei loro corridori. Questo non è giusto e penso che la Wada dovrebbe intervenire". Nomi e menzioni non ne sono stati fatti, ma l'impressione è che i riferimenti possano andare all'UAE Team Emirates dell'acerrimo rivale Tadej Pogacar, squadra che dal canto suo non aveva negato l'utilizzo del rebreathing, così come l'Israel-Premier Tech: per il momento l'allarme rosso non è suonato ancora, ma tutto potrebbe cambiare quando la Wada si sarà espressa sul tema.
Thomas su Ewan
Chissà quale possa essere la posizione della Ineos Grenadiers, pronta a salutare a fine anno Geraint Thomas, che intanto per questo 2025 sogna di accogliere in rosa Caleb Ewan, in rotta con il Team Jayco AlUla. "Lo conosco bene, è un buona amico e se venisse qui sarebbe fantastico perché ci manca un velocista e ormai il 40% delle gare finiscono con una volata. Quindi, sarebbe un bene averlo con noi: spero che accada, ma per ora ho sentito solo voci". Queste le parole concesse ai microfoni di Cycling News dal gallese, che sembra quasi già parlare da futuro direttore sportivo più che da corridore a tutti gli effetti. "Un anno fa cominciammo benissimo la stagione grazie a Jhonatan Narvaez (oggi all'UAE Team Emirates, ndr) e penso che partire bene dia sempre un bell'abbrivio. Anche a me piacerebbe fare bene e l'obiettivo è vincere una gara, qualunque essa sia. Mi piacerebbe andare al Tour de France e vincere una tappa perché per me la classifica generale ormai non è più così importante: preferisco essere un buon compagno di squadra e godermi le opportunità che potranno capitare".
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