Ciclocross, ancora Van Der Poel: a Koksijde arriva la nona sinfonia
L'olandese si impone anche nella quinta tappa dell'X20 Trofée. Si temeva per l'ordine pubblico dopo il caos di Hulst e invece è filato tutto liscio
Roma, 4 gennaio 2024 - Parlare di dominio è ormai in un certo senso anche riduttivo, perché in questa stagione di ciclocross Mathieu Van Der Poel vince davvero sempre: il copione si è ripetuto a Koksijde, con l'idolo di casa Wout Van Aert relegato al terzo posto.
I dettagli
La località fiamminga è stata il teatro della quinta tappa dell'X20 Trofée, gara che ha fatto salire a 9 il conteggio delle vittorie di fila dell'olandese, che stavolta ha fatto la voce grossa fin dal primo giro senza aspettare troppo prima di fare il vuoto. Non a caso, il resto della compagnia è di fatto liquidato praticamente subito, con Pim Ronhaar a prendersi la palma di primo degli umani, seppur con un ritardo abissale di 1'20'': a chiudere il podio è invece, appunto, Van Aert, praticamente mai pericoloso sul fango amico, al punto da chiudere la competizione con un ritardo di 1'43'' da Van Der Poel. La striscia di vittorie di quest'ultimo è iniziata il 16 dicembre, contando in carniere 3 tappe di Coppa del Mondo, 3 nell'X20 Trofée, 2 nell'Exact Cross e 1 nel Superprestige. Cambiano nomi delle corse, qualità e difficoltà del tracciato e caratura degli avversari, con Tom Pidcock a marcare visita oggi pomeriggio, ma ciò che non cambia è il dominio totale del figlio e nipote d'arte, che tra tre giorni a Zonhoven, nell'ambito della Coppa del Mondo, proverà a portare in doppia cifra la striscia di successi di fila.
L'ordine pubblico
Non solo l'aspetto sportivo: l'attenzione della vigilia dell'appuntamento di Koksijde, alla luce dei disordini successi a Hulst, era altissima anche per quanto riguarda l'ordine pubblico al punto da portare gli organizzatori dell'evento, il DuinenCross, a prendere diversi provvedimenti, tutti illustrati ai microfoni di Het Nieuwsblad. "Siamo in contatto diretto con la polizia, pronta a fare ulteriori sforzi per impedire che si verifichino eventi che possano danneggiare i corridori. La nostra intenzione è eliminare questo problema nel ciclocross, con il fine di tutelare sia gli atleti sia il pubblico per far vivere a tutti, a prescindere dal ruolo svolto nell'evento, una giornata divertente e serena". Insomma, tutto l'opposto di quanto successo a Hulst, tra provocazioni da parte di alcuni tifosi a Van Der Poel e risposta dello stesso con uno sputo. Gli organizzatori avevano predisposto un vero e proprio piano di battaglia che per fortuna si è rivelato inutile. "Qualora qualche corridore o qualche meccanico presente sul percorso dovesse accorgersi di atteggiamenti da parte dei tifosi non consoni all'evento, potrà segnalarlo già dopo la ricognizione alle autorità presenti affinché esse possano intervenire anche prima della partenza". Oltre agli agenti in borghese, il DuinenCross aveva predisposto anche una rete di droni per individuare eventuali comportamenti irregolari o comunque pericolosi per il prosieguo della gara. Nulla che, per fortuna, sia servito ma di certo un buon esempio da seguire per il futuro di uno sport attualmente da identificare con il cannibale Van Der Poel.
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