Giulio Pellizzari e la Red Bull-Bora-Hansgrohe: "Entro in una grande realtà"

Il marchigiano, ai microfoni Rai, si dimostra entusiasta della sua prossima avventura: "Lì mettono pressione e vogliono vincere, ma c'è tutto per fare bene. La tappa al Giro? Quando è partito Pogacar ho capito di averla persa"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
8 novembre 2024
Giulio Pellizzari (Ansa)

Giulio Pellizzari (Ansa)

Roma, 8 novembre 2024 - A detta di molte voci, tra i principali problemi del ciclismo maschile italiano c'è la mancanza di una squadra di categoria World Tour nella quale i talenti nostrani possano crescere con calma ma, allo stesso tempo, senza essere sacrificati al servizio del capitano di turno. In attesa che prima o poi qualcosa si muova in tal senso, la speranza generale è che il medesimo destino non tocchi anche a Giulio Pellizzari, che nel 2025 passerà dal VF Group-Bardiani CSF-Faizanè (che intanto annuncia il rinnovo del contratto di Luca Colnaghi) alla Red Bull-Bora-Hansgrohe: un salto carpiato che non spaventa il marchigiano, intercettato dai microfoni Rai nel contesto della trasmissione 'Radio Corsa'.

I dettagli

"Ho avuto la fortuna di incontrare i delegati della Red Bull-Bora-Hansgrohe e mi sono subito reso conto di essere entrato in una grande realtà. Lì vogliono vincere e ti mettono pressione addosso ma, nello stesso tempo, ti mettono a disposizione tutto ciò che serve per andare forte. Non vedo l'ora di iniziare la nuova stagione". Prima del futuro, il classe 2003 fa un bel salto indietro per ringraziare coloro che gli hanno permesso di firmare un triennale che, potenzialmente, potrebbe cambiare la sua carriera. "Devo molto alla famiglia Reverberi, che mi ha preso quando ero junior: quella è stata la scelta migliore che potessi fare, e che consiglio. Non mi sono pentito di niente. I giorni di corsa sono saliti gradualmente insieme al mio livello: quest'anno ho corso quasi tutte le gare con i professionisti e sono contento di questa crescita graduale ma giusta". Crescita nella quale, per poco, non arrivava anche il primo sigillo al Giro d'Italia: poi la fame di Tadej Pogacar sulla salita di Santa Cristina Valgardena ha scritto un altro epilogo.

"Per me è stata una bella emozione già prendere il via. Nelle prime due settimane ho sofferto tanto e avevo pure pensato di andare a casa: poi per fortuna - continua Pellizzari - tante persone intorno a me mi hanno spinto a continuare, e a quel punto l'obiettivo è diventato arrivare a Roma. Strada facendo sono migliorato e mi sarebbe piaciuto vincere quel giorno, ma ci saranno altre occasioni. Ci speravo davvero, ma quando dall'ammiraglia mi hanno avvertito dello scatto di Pogacar da dietro, ho subito capito che ero spacciato: da lì in poi ho corso per il secondo posto ed è andata bene".

In molti, anche più scafati di Pellizzari, quando parte lo sloveno, giocano per la piazza d'onore: se questo è il passato, il futuro del marchigiano (e dell'intera Red Bull-Bora-Hansgrohe) è ancora nebuloso in attesa che nelle prossime settimane vengano stilati i programmi di squadra e personali. "Non conosco ancora i piani per la prossima stagione. Sicuramente mi piacerebbe tornare al Giro d'Italia per fare bene e anche per aiutare il capitano di turno a vincere. Sarebbe bello un programma del genere nel mio primo anno nella categoria World Tour".Leggi anche - Tennis, Sinner-De Minaur, la guida al match  

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