Tutti i record di Pogacar al Giro d’Italia 2024
Dai giorni in maglia rosa alle vittorie di tappa, fino ad arrivare al distacco sul secondo classificato: lo sloveno ha stravinto (quasi) nel segno di Merckx
Roma, 27 maggio 2024 - Il sipario sul Giro d'Italia 2024 è calato da poco e l'impresa compiuta da Tadej Pogacar è ancora viva. Lo sloveno ha fatto sua, praticamente senza appello, l'edizione 107 e lo ha fatto aggiornando diversi record. Insomma, pienamente in stile Pogacar.
I record di Pogacar
Intanto, allargando la disamina a tutti i 6 Grandi Giri ai quali il corridore dell'UAE Team Emirates ha partecipato fin dal suo approdo nel professionismo, datato 2019, si può constatare come siano arrivati altrettanti podi: per la precisioni 1 vittoria al Giro d'Italia, 2 al Tour de France, con 2 secondi posti, e un terzo posto alla Vuelta. Tornando alle vicende del fresco Giro d'Italia 2024, i giorni in maglia rosa sono stati 20, mantenendo quindi intatti gli en-plein di Costante Girardengo nel 1919, Alfredo Binda nel 1927, Eddy Merckx nel 1973 e Gianni Bugno nel 1990, con 6 successi totali (a Oropa, Perugia, Prati di Tivo, Mottolino, Santa Cristina Valgardena e Bassano del Grappa), di cui 5 con il simbolo del primato come Eddy Merckx.
Un tale bottino a livello di successi di tappa non si vedeva dal 2003, quando Alessandro Petacchi eguagliò la medesima cifra raggiunta l'anno prima da Mario Cipollini prima di firmare addirittura 9 vittorie nella stessa edizione, quella del 2004. Si tratta chiaramente di velocisti che, come si suol dire, fanno un'altra corsa. Per risalire a non sprinter con un tale carniere bisogna riavvolgare il nastro fino al 1973, quando ci riuscì proprio Merckx, colui al quale molti oggi paragonano lo sloveno, e al 1980, con Beppe Saronni, il general manager che nel 2019 lo lanciò nel professionismo, che inanellò addirittura 7 trionfi: Vito Taccone nel 1963 e José Manuel Fuente nel 1974 si fermarono a 5. Non solo le vittorie: nel ciclismo contano anche i podi e Pogacar nel Giro d'Italia 2024 ne ha centrati ben 9, superando gli 8 di Sam Bennett (altro velocista) nel 2018. Conoscendo lo sloveno, i rimpianti per qualche vittoria sfumata non saranno pochi, così come il rammarico per quei 4'' che gli hanno impedito la cifra tonda sul secondo in classifica generale, Daniel Felipe Martinez, attardato di 9'56'': per ritrovare un gap simile bisogna riavvolgere il nastro fino al 2006, quando Ivan Basso vinse davanti a José Enrique Gutierrez per 9'18''.
Resta quindi saldo il record a firma di Vittorio Adorni: 11'26'' su Italo Zilioli nel 1965. Per non parlare di quello, datato 1914, di Alfonso Calzolari, che vinse su Pierino Albini per 1h57'26''. Per ritrovare la doppietta maglia rosa-maglia azzurra bisogna invece tornare al ben più recente 2018, l'anno di Chris Froome: l'appuntamento per andare a caccia alla tripletta con la maglia ciclamino inclusa, riuscita a Merckx nel 1968, è rimandato per il futuro. In qualcosa però Pogacar ha fatto meglio del Cannibale, che nel suo primo Giro d'Italia, nel 1967, arrivò solo nono: lo sloveno invece nelle sue prime volte è sempre salito sul podio. Si chiude con i 34,1 km di fuga massima, sul Monte Grappa, e i 20 successi totali in tutti i Grandi Giri: altri numeri che fotografano l'anatomia di un fuoriclasse che mette tutti d'accordo.
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