Tour de France 2024, Roglic si ritira dopo la caduta nella tappa 12

Per lo sloveno nessuna frattura ma un forte dolore alla spalle destra dopo l'ennesimo ruzzolone che conferma il suo tabù legato alla Grande Boucle

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
12 luglio 2024
Primoz Roglic dopo la caduta della tappa 12 (Ansa)

Primoz Roglic dopo la caduta della tappa 12 (Ansa)

Roma, 12 luglio 2024 – Se non è una maledizione Tour de France poco ci manca: ancora una volta i sogni di gloria alla Grande Boucle di Primoz Roglic si infrangono contro l'ennesima caduta, quella occorsa alla tappa 12, costringendolo al ritiro anticipato.  

I dettagli

  Lo sloveno non sarà al foglio firma della tappa 13, quella che porterà la carovana da Agen a Pau: sulla carta sarà un'altra frazione 'semplice' e quasi di trasferimento, ma proprio il corridore della Red Bull-Bora-Hansgrohe ha sperimentato a sue spese le tante insidie nascoste in queste giornate. Roglic era finito sull'asfalto già nella frazione precedente, rimediando però soltanto una serie di escoriazioni alla parte sinistra del corpo a causa di uno scivolone in discesa: ieri invece il vincitore del Giro d'Italia 2023, che vede così ancora una volta sfumare il sogno di completare la Tripla Corona, aveva sbattuto con forza la schiena e la spalla destra. Come affermato tramite un comunicato dalla 'neonata' Red Bull-Bora-Hangrohe, il cui battesimo al Tour de France 2024 diventa quindi tutt'altro che fortunato e memorabile anche a causa del precedente ritiro di Aleksandr Vlasov, già nel tardo pomeriggio di ieri lo sloveno era stato sottoposto ad accurati controlli da parte dell'équipe medica: controlli ribaditi in mattinata e tutti volti a escludere la presenza di fratture, come poi effettivamente appurato. Eppure, il sospiro di sollievo, almeno in ottica Grande Boucle, è stato breve: Roglic, che a detta della sua squadra da ora in poi si concentrerà sui prossimi obiettivi, non partirà da Agen, salutando così i sogni di gloria e mettendo a referto il triste terzo ritiro di fila dal Tour de France dopo quelli del 2021 e del 2022. Il miglior risultato in carniere alla Grande Boucle resta quindi quello del 2020: un secondo posto amarissimo dopo il sorpasso incassato nell'ultima cronoscalata, quella de La Planche des Belles Filles dove un allora semisconosciuto Tadej Pogacar gli strappò un successo che sembrava fatto. Ieri sera, a causa della caduta innescata da Alexey Lutsenko, finito nell'ennesimo spartitraffico non segnalato, lo sloveno era scivolato dal quarto al sesto posto in classifica generale, con un ritardo di 4'42'' dal connazionale frutto anche dei 2'27'' lasciati per strada in una tappa sulla carta semplice diventata invece una trappola per molti tra ruzzoloni e il ritorno sgradito del Covid in gruppo. Difficile sapere se Roglic, la cui condizione sembrava in costante crescita dopo il Giro del Delfinato 2024 vinto a fatica, avrebbe raggiunto il podio, che sembra comunque una questione già chiusa tra l'attuale maglia gialla, Jonas Vingegaard e Remco Evenepoel, seppur in un ordine ancora da stabilire. Fatto sta che subito dopo i tre marziani si stagliava Roglic, già caduto al Giro dei Paesi Baschi 2024 e in generale così tante volte da aprire un dibattito: dove finisce la semplice sfortuna e dove cominciano le lacune dello sloveno, anche ieri in una posizione del gruppo troppo arretrata per essere giudicata sicura?

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