Van Der Poel: "Non mi piace molto il Tour de France"

L'olandese confessa le proprie preferenze: "Meglio partecipare a corse nelle quali posso lottare per vincere. Il futuro? Le Olimpiadi di Los Angeles e poi basta, non correrò fino a 40 anni"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
6 gennaio 2025
Mathieu Van Der Poel (Ansa)

Mathieu Van Der Poel (Ansa)

Roma, 6 gennaio 2025 - La sua strabiliante cavalcata vincente nel ciclocross, con 5 successi nelle 5 gare disputate, si è bruscamente interrotta a causa di una botta al costato accusata a Loenhout, teatro tanto per cambiare di un altro successo: il rientro nel fango dovrebbe avvenire a fine mese, ma intanto Mathieu Van Der Poel ai microfoni di Sporza ha cominciato a pensare anche alla stagione su strada, non più così lontana.

Le dichiarazioni di Van Der Poel

L'olandese ha innanzitutto parlato di un 2024 eccellente specialmente in primavera. "Vincere il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix in maglia iridata è stato l'apice della mia carriera, nonché qualcosa di unico. Nelle Fiandre è stata dura per le condizioni meteo estreme e infatti ho provato sensazioni simili a quelle ai Mondiali di Harrogate nel 2019, con fame, freddo e la certezza che la gara non potesse durare troppo a lungo per me". Il futuro del corridore dell'Alpecin-Deceuninck nelle Classiche sembra mettere all'orizzonte tante altre sfide contro l'amico e rivale Tadej Pogacar. "Sarà difficile batterlo, ma è una sfida che sono felice di accettare. Stiamo lavorando per provare a ridurre il gap da lui e per provare a spuntarla soprattutto al Giro delle Fiandre. Stiamo alzando il livello negli allenamenti e io ho ridotto il calendario nel ciclocross, rinunciando alla gara di Coppa del Mondo di Benidorm, perché in quel periodo preferisco lavorare meglio in vista della primavera".

Si passa ai Grandi Giri e la sorpresa, specialmente visto il sangue transalpino che scorre nelle sue vene, è bella grossa. "Il Tour de France è una corsa che non mi piace molto, perché a parte cercare di vincere tappe e indossare la maglia gialla, per me non c'è molto. Preferisco concentrarmi su gare dove sono in lizza per la vittoria che altre in cui non posso ottenere quasi nulla". Nel caso, quindi, la mansione di gregario di lusso per Jasper Philipsen sembra confermata. "Con lui al mio fianco, ho l'obiettivo di aiutarlo a vincere più tappe possibili: mi piace e mi toglie anche pressione".

Si passa poi a parlare del futuro e in particolare del 2025. "Se potessi scegliere, vorrei il titolo iridato di mountain bike: non ci sono mai riuscito e l'idea di frulla in testa". Infine, l'orizzonte si allarga. "Nel 2028 avrò l'ultima chance per vincere le Olimpiadi, visto che dopo Los Angeles non penso di partecipare: sarebbe bello riuscirci in mountain bike. Di certo non correrò fino a 40 anni. Penso sia importante fermarsi quando si raggiunge un picco importante o quando ci si mette l'anima in pace. A volte vedo corridori gareggiare troppo a lungo e questo, secondo me, toglie valore ai risultati che hanno raggiunto in precedenza". E cosa farà Van Der Poel, oggi quasi 30enne, da 'grande'? "Di sicuro non mi annoierò. Ho tante cose da fare, tra le quali partecipare a un Ironman. Quindi, sì, sarò sempre uno sportivo".

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