Addio a Domenico Garavini, icona del pugilato forlivese e dell'Edera Boxe Forlì

Scomparso a 78 anni Domenico Garavini, figura storica del pugilato forlivese e allenatore dell'Edera Boxe Forlì.

di FLAVIO DELL’AMORE
19 dicembre 2024
Sopra, Domenico Garavini da giovane: iniziò nel 1963, dovette smettere nel 1971. Era un pugile rapido, nello stile della boxe ‘tocca e vai’. In alto, una foto recente

Sopra, Domenico Garavini da giovane: iniziò nel 1963, dovette smettere nel 1971. Era un pugile rapido, nello stile della boxe ‘tocca e vai’. In alto, una foto recente

È scomparso un altro protagonista della storia del pugilato forlivese: Primo Bandini lo scorso ottobre, ieri il 78enne Domenico Garavini. Prima pugile poi allenatore, Domenico ha lasciato un segno profondo nelle vicende dell’Edera Boxe Forlì degli ultimi 60 anni.

Il giovane di Castiglione di Forlì combattè il primo match nel 1963 mettendo subito in luce il suo carattere: volitivo, sorridente, sempre aperto al dialogo. In realtà Garavini era un pugile scaltro, rapido, difficile da colpire. Era un esteta per chi ama la boxe del ‘tocca e vai’. Il suo grande maestro Loris Laghi ben presto imparò a sfruttarne le qualità nel migliore dei modi. Gli affidò le grandi sfide di allora: lo schierava contro l’avversario più difficile sapendo per certo che Domenico avrebbe trovato il modo di metterlo in difficoltà. Nel 1966 vinse l’importante torneo Sanvito a Bologna nei pesi welter. L’anno dopo partecipò ai campionati nazionali assoluti ma senza fortuna. Domenico raccontava di essere stato contagiato da un’ansia di vittoria smisurata, a volte forse illogica ma sempre sincera.

Nel 1971 sotto l’egida del procuratore Zambarbieri staccò la tessera da professionista. Quella guasconeria, il suo guanto di sfida alla vita, venne spazzata via il 1° marzo 1971: all’esordio da professionista Domenico affrontò Guerrini di Treviglio e al secondo round si fratturò il braccio sinistro. Non fu più un pugile! Iniziò per lui un periodo pesante, pieno di interrogativi, ma la palestra dell’Edera Boxe come lo aveva un tempo ammaliato gli regalò la possibilità di ricostruire una carriera sulle macerie della sconfitta. Diventò un osservatore assiduo del suo maestro Loris Laghi, spiandone le movenze, la psicologia, il modo di rapportarsi con il pugile. Capì che insegnare il pugilato significava trasformare un sortilegio in un incantesimo.

Diventò istruttore e nel 1975, quando Laghi decise di mettersi da parte insieme al suo amico Rino Rossi assunse la guida tecnica dell’Edera. Erano momenti favorevoli per la boxe forlivese con Primo Bandini ai vertici nazionali, mentre un altro futuro campione, un certo Valerio Nati, affilava le armi nella palestra dell’Edera.

Nel 1978 Rossi morì in un tragico incidente e a supportare Garavini entrò Giovanni Balzani, oggi affermato imprenditore "Io e domenico ci integravamo perfettamente – racconta –. Lui era abilissimo nel tessere relazioni, organizzare incontri, scegliere gli avversari dei nostri pugili. Io mi occupavo della parte tecnica. Domenico era estroverso, sempre in movimento, frenetico in certi momenti. Abbiamo insegnato in un momento splendido per la boxe della nostra città, con Valerio Nati al culmine della sua carriera. Gli anni Novanta sono stati quelli di Mengozzi e Dispoto e nel 1994 Nino Fiumana fu capace di vincere tutto quello che c’era da vincere a livello nazionale. Mentre all’orizzonte si profilava quel fenomeno mondiale che si chiama Simona Galassi. Domenico era sempre presente in questi anni di grandi soddisfazioni per la nostra Edera Boxe".

Domenico da un anno non era in buone condizioni di salute. Lascia la moglie Elvia, il figlio Fabio e i nipoti amatissimi Manuel e Margherita.

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