Argento vivo al Carlino. Maldini, l’uomo dei Giochi: "Parigi, grande emozione»

Federico Nilo è reduce dai quattro tricolori vinti con la pistola in via Agucchi "Dopo la medaglia olimpica non sono cambiato, però mi invitano ovunque".

di ALESSANDRO GALLO
17 settembre 2024
Federico Nilo è reduce dai quattro tricolori vinti con la pistola in via Agucchi "Dopo la medaglia olimpica non sono cambiato, però mi invitano ovunque".

Federico Nilo è reduce dai quattro tricolori vinti con la pistola in via Agucchi "Dopo la medaglia olimpica non sono cambiato, però mi invitano ovunque".

Da Parigi, anzi, da Chateaouroux (dove ha vinto l’argento olimpico) a Borgo Panigale, dove abita, transitando per via Mattei. Visita di un campionissimo, Federico Nilo Maldini, al Carlino. Con il carabiniere Federico Nilo ci sono la mamma Marilena, il papà Stefano e la fidanzata Carlotta.

Ad attendere Federico Nilo, il vicedirettore Valerio Baroncini, il capocronista Andrea Zanchi, e il suo vice Andrea Bonzi e il responsabile delle pagine sportive di Bologna, Gianmarco Marchini. Un’oretta di chiacchiere, parlando di medaglie, sogni, inizi, futuro e anche di matrimonio.

Dal cellulare di mamma Marilena spunta persino una foto curiosa, quasi profetica. Da bimbo, Federico Nilo, che comunque ha solo 23 anni, si era costruito una pistola di carta. Un segno del destino...

Gli inizi. "Papà e nonno – racconta Federico Nilo – avevano una carabina. Ma a me piacevano più le pistole. Quando avevo 13 anni, ho fatto qualche prova al poligono di via Agucchi. Mi è piaciuto. Non l’ho più lasciato".

Le Olimpiadi... lontane. "Quando ho cominciato non avevo idee particolari su cosa significasse un’avventura olimpica. Quindi non l’ho sognata. E’ stato tutto molto graduale. Mi avevano accennato, quando ho iniziato, al discorso olimpico. Ero al tiro a segno, mi veniva bene. Mi arrivò una chiamata dalla nazionale". Non l’ha più abbandonata.

Il basso profilo. "Negli anni ho imparato a non partire mai con l’idea di vincere. E’ un boomerang, perché ci sono mille incognite. Io parto sempre con l’idea, la convinzione, di aver lavorato bene. Poi in gara può succedere di tutto. Se sali sul podio, come mi è accaduto a Parigi, significa avere vinto. Dal quarto posto in poi, invece, impari. Capisci come reagire la volta successiva".

La medaglia di Francia. "La consapevolezza che poteva arrivare qualcosa, almeno la finale, l’ho avuto dopo i primi cinquanta colpi. Che cosa mi passava per la testa? Ho rimosso quasi tutto. Quando spari bene, la tensione aumenta. Quando spari così così, hai meno pressione. Ma è meglio sentire la pistola pesante. Significa che stai facendo bene e stai lottando per un obiettivo importante".

Il rispetto dell’arma. "La pistola pericolosa? Dipende dall’uso che ne fai. Se rispetti le regole e ti avvicini con un po’ di timore, vai via tranquillo. Noi, poi, al massimo abbiamo armi che fanno un buco a un foglio di carta o a un bersaglio di gomma".

Testa sulle spalle. "Cos’è cambiato dopo la medaglia? Sono sempre io, Federico Nilo. Magari adesso ho l’opportunità di conoscere più persone. Mi invitano a eventi o cerimonie. E’ tutto molto interessante. Ma io non sono cambiato".

La data del matrimonio. In Francia Federico Nilo ha fatto la proposta a Carlotta. Lei ha detto sì, lui sta cercando l’anello. E la data? "L’anno prossimo, il 4 o 5 ottobre – dice lei –. A Roma".

Emozioni olimpiche. "Mi sono sentito disturbato dall’arbitraggio della scherma. Preferisco il tiro perché ci sei tu e il bersaglio. Certo, ci sono gli avversari. Ma se fai centro, nessuno può cambiare il tuo risultato. Ho un amico nel taekwondo, Vito Dell’Aquila. E mi sono emozionato con le ragazze del volley. Ho fatto il tifo per loro. Anche soffrendo".

L’esperienza in via Agucchi. "Ai campionati italiani ho vinto quattro titoli. Farlo in casa, davanti alle persone con le quali sono cresciuto, è stato piacevole".

L’Arma. "Dal 2020 faccio parte dei Carabinieri. Avessi vinto l’oro sarei stato promosso automaticamente. La promozione arriverà tra un anno, per anzianità di servizio. Felice e orgoglioso di far parte dell’Arma",

Il futuro. "A ottobre in India ci sarà la Coppa del Mondo. Poi, ad aprile, vedremo se ci sarà la possibilità di volare a Buenos Aires e Lima".

Il Villaggio Olimpico. "Mi è mancato. Eravamo a quasi 300 chilometri da Parigi. Ci riproverò a Los Angeles. Ma prima devo qualificarmi".

Competitivo. Federico Nilo adora il Monopoli, papà Stefano preferisce il Risiko. Mamma Marilena non ha preferenze. Monopoli anche per Carlotta. "Se perde si arrabbia. Magari non ci parliamo per giorni (ride, ndr). Federico Nilo non ama guidare. Lo faccio io. Lui sale in macchina e si addormenta. Sorride, Carlotta, che si completa alla perfezione con il suo Federico Nilo. Parentele importanti, per Carlotta. Papà è giornalista, il nonno è Mario Pescante, ex presidente Coni e dirigente Cio. E il padrino del battesimo? Gianmarco Pozzecco: Federico Nilo e Carlotta. Carlotta e Federico Nilo vivono di sport. Appuntamento al Dall’Ara il 16 marzo, quando ci sarà Bologna-Lazio. Carlotta è tifosa dei laziali, Federico Nilo, che ha praticato anche nuoto, basket (senza scegliere tra Fortitudo e Virtus) e pallamano, appare contagiato. "Anche se una volta ho visto un Lazio-Bologna, dalla tribuna Monte Mario, con due gol annullati ai rossoblù".

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