Atletica leggera - Il personaggio. Romei, la scintilla di Piazza al Serchio

Elettricista di notte, maratoneta di giorno: si allenava pochissimo, ma vinse molte gare importanti nell’immediato dopoguerra

di Redazione Sport
12 settembre 2024
Giovanni Romei, a Biella, nel ’48

Giovanni Romei, a Biella, nel ’48

Erano gli anni del dopoguerra, con tanta voglia di ripresa e di migliorare le condizioni di vita e a Piazza al Serchio c’era un giovanotto che correva molto forte e, in pratica senza allenamento, disputava addirittura le maratone.

Parliamo di Giovanni Romei, classe 1921, nato e cresciuto a Piazza al Serchio, che cominciò a correre per divertimento nelle, allora, sfide paesane, magari per farsi ammirare e fare una conquista femminile.

Per il futuro maratoneta Romei un giorno decisivo fu quello di una corsa paesana per le strade di Camporgiano, dove prevalse alla grande. Tra il pubblico c’erano dei dirigenti dell’ Atletica Virtus Lucca, creata dal professor Nino Di Natale nel dopoguerra, che notarono subito quel giovane e lo tesserarono per la società biancoceleste. I familiari hanno ancora quella tessera n. 287, rilasciata a Giovanni Romei, atleta nazionale, da parte della Federazione italiana di atletica leggera, con firma del leggendario presidente della "Fidal", Bruno Zauli.

Tra i risultati importanti di Romei ricordiamo la vittoria del 1948 a Biella, il terzo posto nel 1947 a Forte dei Marmi. Nel 1949, a Novara, fu terzo nel campionato italiano e un mese dopo, a Roma, in una nuova maratona, giunse quarto, ma abbassando il suo tempo a 2h 51’21”. Nel 1950, sempre a Roma, Romei è quarto in 2h 50’51”.

Un mese dopo, nel campionato tricolore a Taranto, Romei è quinto con il tempo che resterà il suo record personale in maratona: 2h 39’38”. Romei, in quell’epoca, ha 29 anni, si allena poco o nulla, in quanto lavora come elettricista in diverse imprese edili, tra cui la Scardovi, impegnata nella costruzione della galleria ferrovia del Lupacino, tra Piazza al Serchio e Pieve San Lorenzo. Romei fa i turni di notte, poi cerca di allenarsi di giorno, con grande difficoltà.

Intanto aveva sposato una ragazza di Cogna, Rita Giorgi ed erano nati Maria Luisa nel 1946, Pietro nel 1952 (oggi deceduto). Poi nasceranno Lorenzo nel 1956 e Marco nel 1964. I risultati tecnici si affievolivano, ma, nell’ottobre del 1953 si dimostrò ancora competitivo al campionato nazionale di maratona a Napoli, giungendo decimo in 2h41’12”.

C’era la famiglia, il lavoro, ma la passione per lo sport continuava e, con la nascita in Garfagnana della società sportiva podistica dell’Orecchiella, Romei passò con successo alla corsa in montagna, partecipando a diverse edizioni dell’allora famoso trofeo Tommaso Monti. Giovanni Romei lasciò lo sport nel 1956, a 35 anni , lasciando dietro di sé un bel gruppo di giovani garfagnini forti nella corsa che, poi, hanno dato molto lustro al Gs Orecchiella Garfagnana.

Il destino, però, non fu benevolo con Romei. Nel 1969, infatti, a 48 anni di età, tornando dal lavoro in automobile da Pontecosi, dove lavorava alla diga, all’altezza di Naggio di San Romano, andò fuori strada, rimanendo senza soccorsi per diverse ore, con l’auto nascosta fra la vegetazione. Una volta soccorso, le condizioni si rivelarono subito gravi e, dopo quattro giorni di coma all’ospedale di Castelnuovo, la sua forte fibra cedette alle gravi ferite.

La figlia Maria Luisa ci racconta un particolare. "La mamma – afferma – mi ha spesso raccontato che, quando corse la maratona a Biella, io avevo soltanto due anni. Papà, che lavorava come elettricista alla galleria del Lupacino, aveva effettuato il turno di notte. Alle 15.30 aveva preso il treno, passando da Lucca, per andare, appunto, in Piemonte. Il giorno successivo vinse la sua prima maratona importante. Allora il telefono in famiglia era un lusso per pochi. La vittoria di papà ce la venne a comunicare, quando era già notte, Costante Rocchiccioli, un paesano. Chiamò mamma dalla strada che si affacciò alla finestra dicendo solo: “ha vinto Giovanni”".

Finora Piazza al Serchio non lo ha mai ricordato ufficialmente. Sarebbe sicuramente doveroso intitolargli qualcosa legato allo sport, magari il piazzale antistante lo stadio "Nobili", per esempio.

Dino Magistrelli

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