Bertaccini, otto minuti indimenticabili: "Che brividi durante l’inno di Mameli..."
Giulio racconta il suo esordio azzurro contro la Georgia: "Ho toccato un solo pallone, ma non cambia nulla. È stato bello esserci" .
Otto minuti azzurri, i primi otto in nazionale maggiore della carriera di Giulio Bertaccini. Il quasi 24enne Diavolo del Valorugby ha debuttato domenica a Genova contro la Georgia, in un match vinto in rimonta 20-17 con una meta segnata dall’Italia proprio durante lo spezzone disputato dal giovane trequarti.
E sabato (ore 21, diretta Tv8 e Sky Sport Uno) arrivano gli All Blacks all’Allianz Stadium.
Bertaccini, siete già a Torino?
"Siamo arrivati lunedì, poco prima dell’ora di pranzo".
Cosa ha provato a Marassi al momento di entrare in campo?
"Tante emozioni e molta gioia; io e i compagni della panchina ci stavamo scaldando da sessanta minuti e perciò in qualche modo il ghiaccio si era già rotto. Ma a farmi calare subito nel clima partita è stato soprattutto l’inno di Mameli… un momento che credo non scorderò mai".
Otto minuti da ricordare; ma un solo pallone a disposizione, quello quasi rubato alla loro ala Todua.
"Non sono stato molto coinvolto dal gioco ma è normale che in otto minuti questo possa accadere; le situazioni della partita hanno fatto sì che arrivassero poche occasioni nella mia zona. Ma ciò non cambia nulla, è stata una gioia essere in campo, l’importante era farsi trovare pronto, anche solo per trenta secondi. Alla fine quel che conta di più è stato il risultato, una vittoria significativa per tutto il movimento anche perché in qualche modo vendica la sconfitta subita a Batumi, in Georgia, due anni fa".
È successo tutto molto in fretta: quest’estate la preparazione con il Valorugby, poi la chiamata dalle Zebre, le partite e la meta in Urc e ora il debutto in Nazionale.
"Sto cercando di godermi ogni momento e di imparare il più possibile, sia dai giocatori più esperti sia dallo staff tecnico. Ora arriva subito un altro test match e non c’è tempo per fermarsi a riflettere; è il bello dello sport, di tutti gli sport, ogni settimana una nuova sfida da affrontare e dalla quale ripartire. Quest’estate, nel periodo di riposo, ci fermeremo finalmente a guardare indietro e a riassaporare quel che abbiamo fatto".
Lei è il primo giocatore del Rugby Reggio/Valorugby a esordire in Nazionale mentre veste ancora la maglia del club: pensa che lassù Ovilio Montanari e gli altri pionieri del rugby reggiano siano orgogliosi di lei?
"Spero lo siano soprattutto i bambini del minirugby, i ragazzi delle giovanili, i giocatori della cadetta e quelli della prima squadra che purtroppo in questo periodo vedo poco ma che appena ho mezza giornata libera vengo a trovare e mi accolgono sempre con un sacco di feste. Ecco, più che ai rugbisti che non ci sono più il mio pensiero corre a chi va in campo ora".
La rivedremo al Mirabello?
"Sì, sì, spero proprio di poter giocare ancora diverse partite con il Valorugby anche se quest’anno, finora, sono stato a disposizione di Violi e dello staff appena una settimana. Saranno i due club, Valorugby e Zebre, a decidere quali partite giocherò con l’una e l’altra squadra, non sono io a scegliere".
Ora arrivano gli All Blacks.
"È una sfida di prim’ordine e ne percepiamo l’atmosfera. Poco fa il massaggiatore mi ha detto che ha provato ad acquistare biglietti per la partita ma ha trovato tutto esaurito. Giocare in uno stadio pieno, oltre che così prestigioso come quello della Juventus, ci fa percepire ancor più l’atmosfera e il valore dell’evento. Sarà una partita particolarmente significativa per me perché mia mamma è di Torino e in questi giorni le visite dei nonni stanno rendendo tutto ancor più speciale. Spero di essere tra i 23 scelti per il match, ma anche se così non fosse mi godrò con gioia ogni momento di questa settimana".
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