Casolari, tris tricolore: "Un’emozione immensa"

Il rugbysta riminese ha appena vinto il suo terzo scudetto con il Petrarca Padova "Ogni successo è speciale a modo suo. Il malore in campo? Acqua passata".

5 giugno 2024
Casolari, tris tricolore: "Un’emozione immensa"

Casolari, tris tricolore: "Un’emozione immensa"

di Loriano Zannoni

È il terzo scudetto ed è la conferma di una carriera ad altissimo livello per Nardo Casolari, riminese doc ma emigrato presto dalla sua città per trovar fortuna con lo sport dalla palla ovale. Il 28-10 col quale il suo Petrarca Padova ha battuto il Viadana in finale aggiunge un tricolore all’abbondante collezione della società veneta, culla del rugby in Italia. Per il Petrarca è il 15° scudetto, per Casolari il terzo. "E ognuno di essi ha un valore speciale, sono tutti diversi – dichiara lui -. Quello più particolare? Direi quello con Calvisano, ero al ritorno dopo esser stato male e arrivare a vincere il tricolore è stato speciale".

Già, perché Casolari, nel dicembre del 2017, è stato ricoverato d’urgenza dopo un malore in allenamento. La diagnosi? Trombosi venosa, con parecchia terapia intensiva e due interventi. Un incubo, dal quale però il giocatore è tornato più forte di prima e vincendo appunto lo scudetto a Calvisano, nella primavera del 2019. "Acqua passata, non ci penso più. Di sicuro, però, sentire l’inno a inizio partita con Viadana, con le parole "siam pronti alla morte", qualcosa ha mosso". Il resto è un presente fatto di vittoria. Meritata.

"Eravamo abituati a trovare Rovigo nell’ultimo atto, invece questa volta li abbiamo avuti in semifinale – sottolinea Casolari -. Sapevamo che con Viadana sarebbe stata dura, ma le sensazioni erano buone. Ci eravamo preparati bene e questo è stato il risultato, con un primo tempo equilibrato, finito sul 17-10, e una ripresa tutta dalla nostra parte. Sapevamo di avere dei cambi migliori e così è stato". Emozioni forti, anche per l’ambiente e il contorno, non solo per quello che è successo in campo a livello di gara.

"Il discorso prepartita, il trovare la mia famiglia sugli spalti. Devo dire che le emozioni non sono mancate. Grande soddisfazione e ora nervi distesi, tranquillità e festa per tutta Padova". E Rimini? Lontanissima, ma solo geograficamente. I luoghi del cuore cominciano a essere tanti per l’atleta pluriscudettato, ma il paese d’origine non si dimentica. "In futuro mi piacerebbe tornare, in fondo ho la famiglia lì – riflette lui -. Però adesso ho trovato la ragazza a Padova e diciamo che sono un po’ più legato anche a questa terra. Sono fuori da Rimini da quando avevo 16 anni. A quel tempo sono partito per l’Accademia e non sono sostanzialmente più tornato, se non per brevi periodi. Un mese d’estate, come accadrà quest’anno, ma niente di più".

E il futuro? Le idee sono chiarissime. "Fare doppietta, centrare due scudetti consecutivi. In tempi recenti non è successo praticamente mai, mentre se andiamo indietro nel tempo ce l’ha fatta Treviso, poi Calvisano. Ma negli ultimi dieci anni nessuna doppietta. Ecco, vorremmo centrarla col Petrarca", conclude Casolari.

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