Fossi: "Emozioni fiorentine". Da atleta a tecnico olimpico
L’ex della Canottieri da allenatore ha diretto la plurimedagliata Olanda
Emozioni, nostalgia e ricordi. Francesco Fossi, 36 anni, ha iniziato a remare sull’Arno al Ponte Vecchio con l’allenatore Luigi De Lucia quando ne aveva 12 e con la maglia biancorossa è stato uno degli atleti che ha vinto di più: ha disputato due Olimpiadi (Londra 2012 e Rio 2016) - terzo e finora ultimo canottiere fiorentino ai Giochi, dopo Alvaro Banchi nel 1956 a Melbourne e Filippo Soffici a Barcellona 1992 – e nel palmarès vanta anche 2 ori e 5 argenti mondiali, 1 oro e 1 bronzo europei e 27 titoli italiani. Nel 2017 ha smesso, si è sposato con una vogatrice olandese con cui vive vicino ad Amsterdam, ha due figli di 6 e 4 anni, e, dopo aver allenato due club universitari, è entrato nello staff tecnico della Nazionale arancione continuando a vincere. Da allenatore.
A Parigi l’Olanda remiera, con 4 ori, 3 argenti e 1 bronzo, ha svettato nel medagliere. Il suo passaggio da atleta a tecnico è avvenuto nel migliore dei modi.
"Sono orgoglioso e contento di aver ripagato la fiducia di chi ha creduto in me".
Che cosa ha provato nella finale del quattro di coppia, con l’Olanda e l’Italia ai primi due posti?
"È stata una sfida del tutto speciale, qualunque delle due avesse vinto sarei stato felice".
La Federazione internazionale l’ha anche proclamato ’Allenatore dell’anno’: il massimo riconoscimento mondiale per un tecnico di canottaggio.
"Gran parte del merito la devo a quello che ho imparato da Luigi De Lucia, il mio primo allenatore, e da Francesco Cattaneo, l’attuale direttore tecnico dell’Italia che mi ha seguito alle Fiamme Gialle".
Che cosa le manca di Firenze?
"Molte cose ma se dovessi dirne una su tutte: il piacere di andare in bici sulle strade in collina, in Olanda è tutto in piano e non è così divertente".
Lì da voi il pedale è molto diffuso.
"Sì, anch’io ogni giorno faccio 34 chilometri in bici per andare e tornare dal lavoro".
Che ricordi ha della Canottieri Firenze?
"È stato un periodo fra i più belli della mia vita, sono arrivato al circolo che ero ancora piccolo e vi ho trascorso quasi tutta la mia carriera. Con De Lucia, gli ex compagni e alcuni dirigenti mi sento spesso e quando una o due volte l’anno torno a casa, dove abita sempre mia madre, vado sempre a ritrovare gli amici".
Franco Morabito
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