Giochi, amore e inclusione. Via al baseball per ciechi:. Bologna è sempre capitale

A Casteldebole la prima edizione degli Europei, sognando le Paralimpiadi. Tra gli azzurri il fortitudino Napoli che ha conosciuto la moglie sul diamante. .

di ALESSANDRO GALLO -
7 ottobre 2023
Via al baseball per ciechi:. Bologna è sempre capitale

Via al baseball per ciechi:. Bologna è sempre capitale

Ci sono storie che solo lo sport, con i suoi mille risvolti, è in grado di raccontare. Una di queste riguarda Bologna che, oggi e domani, sarà la capitale del baseball per ciechi. Non avrebbe potuto andare diversamente: il primo Europeo per cinque nazioni, con la benedizione della Fibs (la federbaseball) non poteva che consumarsi nell’impianto dedicato a Umberto Calzolari a Casteldebole. Perché se Alfredo Meli, negli anni Novanta, fu l’inventore del baseball per ciechi, Calzolari, detto il Professore per la maestria con la quale lanciava, fu l’uomo di campo, capace di coniugare il tutto e portare a una disciplina nuova e inclusiva. Inclusiva perché oltre ai ciechi, in campo ci sono anche dei cosiddetti normodotati che possono guidare meglio chi non vede e, in difesa, viene attirato dal suono della pallina che, al proprio interno, è dotata di un paio di sonagli.

Storie fantastiche e futuristiche, perché il sogno di Alberto Mazzanti, presidente dell’Aibxc (associazione italiana baseball per ciechi) e di Stefano Malaguti, consigliere Aibxc e presidente della Lega Baseball Ciechi (Lbci) è quello di ’invadere’ gli altri continenti e portare così il baseball (per ciechi) nel programma paralimpico.

Storie reali e a lieto fine, come quella di Giorgio Napoli, campano di nascita e bolognese di adozione. Il terza base della Nazionale ha 40 anni, è campione d’Italia con la Fortitudo Baseball e, alla sua disciplina, deve anche l’incontro che gli ha cambiato la vita.

Ha conosciuto Desirée sul campo, Giorgio. Desirée oggi e sua moglie e la coppia ha due figli, Edoardo ed Emma.

"Sono venuto a Bologna – racconta Giorgio – perché, con la retinite pigmentosa, il mio campo visivo si è ristretto. La mia vita è cambiata: sono stato al Cavazza per seguire un corso professionale e, lì, mi fu proposto di giocare a baseball".

Correva l’anno 2017: oggi Giorgio è uno dei migliori giocatori italiani. "Lavoro come centralinista in Procura – dice con il sorriso di chi è davvero felice –. Il baseball è puro divertimento, ma non dimenticate mai che siamo atleti. Poi, grazie al baseball, mi si è aperto un mondo: ho amici che mi porto dietro dall’infanzia. Ma grazie a questo sport ho potuto condividere i miei problemi con altre persone. Per me il baseball è integrazione, relazione e unione. E indossare la maglia azzurra un onore grandissimo".

Giorgio, come i suoi compagni, non solo non guadagna nulla (se non l’emozione per un successo o un applauso), ma spesso deve metterci qualche soldino. Ci sono emozioni, però, che non hanno prezzo e i sacrifici si fanno volentieri.

Per vincere il primo Europeo (ci sarà anche l’assessora Roberta Li Calzi), l’Italia dovrà battere Spagna, Germania, Olanda e Francia. "Primo passo per una maggiore internazionalizzazione del nostro sport", dice Mazzanti. L’assessora Li Calzi annuisce. Se è vero che l’unione fa la forza, allora il sogno delle Paralimpiadi non è poi così lontano.

Si comincia alle 9, a Casteldebole, con Francia-Germania, alle 11,30 Italia-Francia. Domani alle 12,45 la finalissima e, alle 14,15, la chiusura.

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