Impresa Valacchi, il ciclista senza limiti

Da Bologna fino al Niger: l’atleta non vedente farà 12mila chilometri in 6 mesi per dare una mano a una delle popolazioni più povere

di MATTEO ALVISI
14 novembre 2024
Impresa Valacchi, il ciclista senza limiti

Da Bologna fino al Niger: l’atleta non vedente farà 12mila chilometri in 6 mesi per dare una mano a una delle popolazioni più povere

Da Bologna a Genova per proseguire in nave fino a Barcellona. Quindi Tarifa e imbarcarsi per Tangeri, poi Marocco, Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi, deserto della Mauritania, Senegal, Gambia, Guinea Bissau, Guinea, Costa d’Avorio, Ghana, Togo e Benin: totale più di 12mila chilometri.

Davide Valacchi, non vedente, insieme agli amici fraterni Antonio Gabrielli e Riccardo Nielsen, ha mantenuto la promessa ed è partito per una nuova avventura in bicicletta fra sport, avventura e beneficenza lunga ben 6 mesi. Spesso nella disabilità l’aiuto degli altri è indispensabile e il tandem ne è un esempio lampante. "Nei nostri viaggi – sottolinea Valacchi – dimostriamo come il sostegno reciproco possa consentire la realizzazione dei sogni più audaci e come il tandem sia un potente mezzo di inclusione per le persone con disabilità. Questo viaggio sarà l’occasione per raccogliere fondi a sostegno del progetto di Cbm in Niger che abbiamo scelto proprio perché il paese è uno dei più poveri del mondo. Eppure possiamo contribuire concretamente a migliorare la vita di tante persone anche con una piccola donazione. Noi ci crediamo molto, è per questo che chiediamo di unirvi a noi e sostenere Cbm". Per tutta la durata del loro viaggio, iniziato un mese fa, resterà infatti attiva la raccolta fondi a favore di Cbm Italia, un’organizzazione internazionale che si occupa di disabilità visiva.

"Se il nostro viaggio vi appassiona e apprezzate quello che facciamo donate a loro – continua Valacchi – si può scegliere qualsiasi importo e ci vogliono solo pochi secondi. I nomi delle pagine social dove raccontiamo il viaggio sono su Facebook - I to eye e su Instagram - itoeye-prj". Come detto questo atleta che non conosce limiti non è nuovo a imprese simili, infatti nel 2019 aveva già pedalato per altri 12mila chilometri lungo la Via della Seta in compagnia quella volta di Gino Giano e Samuele Spriano terminando il viaggio con la donazione di due tandem: uno in Iran e uno in Tagikistan.

"Quello regalato in Tagikistan – ricorda con soddisfazione Davide –, anche grazie a una successiva donazione, si è rivelato un impulso alla nascita del paraciclismo, tanto che Siyovush Ilyasov, primo ciclista non vedente tagico e mio grande amico, ha partecipato poi alle Paralimpiadi asiatiche nell’ottobre 2023".

"Non posso fare a meno delle avventure – confessa Riccardo, bolognese – sono innamorato della vita semplice, del viaggio. resto affascinato dallo splendore della natura in cui siamo immersi, alla ricerca di emozioni vere, mi rendo conto dell’enorme superfluo che circonda la società moderna. Il viaggio per me è una ricerca interiore".

L’altro componente della spedizione è Antonio che è nato a San Benedetto del Tronto e da qualche anno si è trasferito sotto le Due Torri: "Sono sempre stato attratto dalle avventure che mi fanno sentire davvero vivo. Questo viaggio per me rappresenta una delle sfide personali alle quali periodicamente piace sottopormi".

Nonostante sia cieco dall’adolescenza, Davide non ha mai considerato la sua disabilità un ostacolo insormontabile. Anzi, ha trasformato il suo amore per sport e viaggi in un’opportunità per promuovere l’inclusione attraverso la sua iniziativa ’I to Eye’ con cui gira per il mondo in tandem per portare il punto di vista di una persona cieca e dei suoi compagni di viaggio.

"Ci piacerebbe arrivare proprio fino al Niger – conclude Valacchi – che è il paese dove insiste il progetto per cui raccogliamo le donazioni, però a quanto pare è molto pericoloso andare in giro da soli per degli occidentali da quelle parti. Per questo abbiamo pensato come conclusione ipotetica del viaggio il Benin, cioè il paese appena prima del Niger. Per noi l’importante è aiutare quella popolazione, poi vedremo se riusciamo a raggiungerla in qualche modo per fare anche una conoscenza diretta, sarebbe fantastico".

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