Kovtun, dalle Olimpiadi a Ferrara: "La Pgf per me è come una famiglia"
Il ginnasta ucraino protagonista a Parigi, ancora punto di forza del team estense: "Puntiamo a una medaglia"
"Chissà se la luna di Kiev è bella come la luna di Roma", si chiedeva Gianni Rodari nella sua celebre poesia contro ogni guerra. Quello che sappiamo noi è che la medaglia olimpica d’argento conquistata da Illia Kovtun brilla intensa come la luna anche per noi, regalando intense emozioni, per le vibrazioni che emana solo a stargli vicino.
Una medaglia che aspettavamo con trepidazione di vedere, come aspettavamo di riabbracciare Illia e Irina dopo questo successo, noi che eravamo incollati alla tv in quei giorni, in un tifo senza confini, come la bellezza della luna. L’occasione è una “toccata e fuga” rapida come un’esecuzione al volteggio, per rimanere in ambito ginnico, del campionissimo ucraino a Ferrara, per un allenamento di squadra ed espletare i documenti burocratici in vista della prossima stagione di serie A1, dove per il quinto anno sarà protagonista con i colori della Palestra Ginnastica Ferrara.
Illia, non ci vediamo dalla finale di Firenze, sono stati mesi bellissimi, guardandoli ora, ma molto complessi per come sono arrivati i risultati dopo la finale scudetto.
"Sì, ai campionati europei di Rimini sono riuscito a conquistare tre medaglie d’oro, ma non tutto ha funzionato come avrebbe dovuto perché mi sono infortunato nuovamente, una bella batosta dopo l’operazione dell’inverno scorso. Ma l’ambizione per i Giochi era tanta, così abbiamo lavorato al massimo, accelerando i tempi della riabilitazione svolta in Germania".
I tuoi secondi Giochi Olimpici, così profondamente diversi dai primi. Com’è stato entrare al villaggio di Parigi?
"Stavolta sapevamo bene a cosa dovevamo essere preparati e cosa ci aspettava. Sono molto maturato e sapevo bene cosa volevo, perché ero a Parigi. Eravamo interessati a poche cose: allenamenti, gare e gli orari degli autobus da e per gli impianti. Non eravamo in vacanza, eravamo lì per mostrare per cosa avevamo così duramente lavorato".
Le qualifiche ti hanno dato la possibilità di accedere a 4 finali. La prima, quella a squadre, vedeva al via te e i tuoi compagni come campioni d’Europa, una prova vinta grazie a una tua prestazione straordinaria.
"Sì, eravamo effettivamente i campioni europei, ma qua era molto diverso con le super potenze extra europee, e noi possiamo contare solo su due atleti, io e Oleg Vernayaev, in grado di fare classifica, troppo poco per lottare per una medaglia olimpica, dove servono almeno quattro ginnasti. Il quinto posto è stato comunque un grande risultato".
Ma c’era ancora la finale alle parallele, quella che probabilmente sentivi più tua.
"Ho vinto la Coppa del Mondo in questo attrezzo per 3 anni consecutivi e, nell’ultimo anno, abbiamo lavorato su elementi molto complessi. Il sorteggio non mi ha aiutato, facendomi gareggiare per primo. A quel punto ho pensato solo a far uscire tutto il mio valore, poi sarebbe andata come Dio avrebbe voluto e i giudici valutato. Ho eseguito al meglio il mio esercizio più difficile, poi è stata una lunga attesa, osservando gli altri sette ginnasti. Abbiamo capito che il cinese Zou Jingyuan era stato il migliore, era chiaro a tutto il mondo, ma noi abbiamo mantenuto fino alla fine la seconda posizione, sfruttando al massimo le nostre possibilità. Tutta l’Italia, non solo Ferrara, ci tratta benissimo. Per noi la Pgf è la nostra famiglia sportiva, dove ci sono tutti molto cari e vicini. E anche quest’anno cercheremo di arrivare in finale e lottare come una squadra per una medaglia nel campionato italiano".
Mirko Rimessi
Continua a leggere tutte le notizie di sport su