La Dakar esalta Lucci, l’emozione di Meoni
Buona partenza nella classica del deserto per i due piloti di Castiglion Fiorentino: Paolo è 24°, Gioele 80°. Parla il manager Minelli
di Luca Amodio
Dopo aver affrontato il prologo con prudenza, arriva il ruggito del leone . Alla prima vera tappa della Dakar in Arabia Saudita. Paolo Lucci si prende la 24esima posizione in assoluto che corrisponde al gradino numero 8 della sua categoria, la rally 2. Per il numero 17 da sono servite 5 ore e 37 minuti per percorrere i 414 chilometri della prova speciale.
"La prima tappa della Dakar sta confermando le previsioni di un tracciato sin da subito estremamente impegnativo – commenta il general manager di Lucci, Gabriele Minelli in costante aggiornamento sulla gara dalla Patagonia – risultati che in questa prima fase di competizione sono più che positivi". "Abbiamo sentito Paolo appena è rientrato al bivacco, ci ha confermato le impressioni avute seguendone la gara – dice Minelli – Paolo ci racconta di una seconda tappa che invitava all’estrema prudenza così come i numerosi infortuni, occorsi anche ad alcuni piloti di vertici stanno a testimoniare".
Rispetto il prologo Lucci scala la classifica visto che nell’assaggio della Dakar di venerdì si era piazzato 14esimo nella Rally 2 e 34esimo assoluto. Ed è così che guardando nella classifica generale Lucci arriva al 26esimo gradino: alla vigilia della partenza ci aveva detto che il suo obiettivo era diventare tra i primi 10 al mondo ma la Dakar è una gara lunga e non vince chi vince la tappa ma chi percorre gli 8mila chilometri con tattica, saggezza e prudenza. Meoni Jr è andato avanti con il suo passo, senza stravizi ed è arrivato l’80esimo gradino. Ma, come ha sempre detto, fin da quando è stata ufficializzata la sua partecipazione al rally dei rally: "Io no guardo la classifica perchè questa è la promessa che ho fatto a casa: vado avanti e con il mio passo. "Chi mi segue non deve cercare Meoni sulla classifica, facciamo così", aveva affermato ironicamente Meoni Jr qualche giorno fa in una diretta. Sì, perché il suo obiettivo è un altro, non vincere: quello di coronare il sogno che aveva con il padre Fabrizio, correre la Dakar insieme, e raccogliere fondi per portare avanti i progetti umanitari in Senegal che il babbo aveva iniziato.
Tra i piloti castiglionesi in gara, amici d’infanzia, c’è stato anche un piccolo meeti, racconta Meoni, "Paolo mi ha già dato alcuni consigli, dandomi indicazioni sulle prime tappe e sulle sue incognite". La gara prosegue: quelle dei prossimi giorni saranno le tappe più insidiose e difficili come spiegano gli organizzatori del rally più entusiasmante e faticoso.
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