Lenzi "L’oro a Parigi, poi il tetto del mondo"
Boxe Il giovane pugile in forza ora all’Esercito vede le Olimpiadi come un trampolino di lancio per il professionismo, magari in America
Da Porretta al ring olimpico. Un percorso fatto di sudore, sacrifici, sconfitte e vittorie ma soprattutto un cammino fortemente voluto e conquistato con la determinazione di chi ha ben chiari i propri obiettivi e di chi ha l’ambizione per cercare di arrivare lontano. Diego Lenzi è così, un giovane genuino che non nasconde le emozioni e che non ha mai nascosto di volere passare per il quadrato di Parigi perché considerata una tappa fondamentale per la sua affermazione nel mondo del pugilato. E ora che ci è riuscito, per il peso massimo è scattato il conto alla rovescia per l’appuntamento sul ring del Roland Garros, per difendere quel tricolore e sentir rimbombare l’inno di Mameli che lo stesso atleta bolognese ha più volte affermato di voler portare il più in alto possibile.
Ha coronato un sogno, come si sente?
"Non penso di avere coronato un sogno, la conquista del pass per i Giochi Olimpici fa parte di uno scalino del percorso per il mio grande obiettivo che è quello di diventare campione del mondo dei pesi massimi. Per ora questo è il target che vedo più lontano. Ora però guardo già oltre la vittoria del torneo di qualificazione, alla medaglia d’oro a Parigi".
Le Olimpiadi sono un punto di partenza dunque?
"Sicuramente sì. Lì vedrò cosa fare e come procedere con la mia carriera. In base al risultato e a quello che succederà in Francia capirò come andare avanti. Potrebbe arrivare qualche contratto importante o qualche possibilità per diventare professionista. Oltreoceano però perché se dovessi rimanere in Italia lo farei per difendere i nostri colori con il Gruppo Sportivo dell’Esercito".
Prima però ci sono i Giochi, cosa servirà per vincere?
"Tutto quello che sto facendo e che ho fatto fino ad ora. La mia costanza e la voglia di vincere. Non smettere mai di crederci, questo penso che sia fondamentale per vincere. Con gli avversari ho più o meno già incrociato i guantoni, gli avversari nella mia categoria sono gli stessi. In queste Olimpiadi potrei uscire al primo turno o vincere la medaglia d’oro. Dipende solo da me".
Come preparerà l’avvicinamento a Parigi?
"Ascoltandomi e fidandomi dei miei maestri, dei fisioterapisti e di tutto il team del Gruppo Sportivo. Loro credono in me e mi hanno guidato fino a ora".
Avversari da temere?
"Sembra una frase fatta però l’avversario più duro da temere sono io stesso. So di avere le potenzialità e le carte in regola per vincere. Chiaramente ci sono 2-3 avversari insidiosi, come l’australiano Teremoana e l’uzbeko Bahadur Jalolov".
Dove si sente pronto e dove sa di potere migliorare?
"So di avere una grande dedizione al lavoro, la mentalità di volermi sempre migliorare e non accontentarmi mai. Ciò che mi manca è sicuramente la tecnica. Praticando soltanto da 4-5 anni devo ancora migliorare molto sotto questo aspetto". Quant’è importante la famiglia in questo tipo di percorso?
"Oggi la mia famiglia è la mia ragazza. Ci siamo trasferiti ad Assisi, qui siamo soli. Per me è importantissima ed è la persona alla quale mi appoggio e che mi sostiene sempre. Mi ha aiutato ad allenarmi sempre meglio e sono riuscito anche a iniziare a vincere. Mi trasmette tranquillità e amore, fattori che ritengo fondamentali".
Lontano dal ring, cosa farebbe Diego Lenzi?
"E’ una cosa che non ho mai detto a nessuno, mi piacerebbe diventare un attore. Un po’ come Arnold Schwarzenegger che prima ha fatto l’atleta e poi è entrato nel mondo dello spettacolo. Mi affascina poi anche il mondo dei motori, sia quello delle moto che delle macchine".
Primo bolognese della boxe alle Olimpiadi, che effetto le fa? "Non lo sapevo, sono entrato nella storia (ride, ndr). Per me è un grande onore, sono nato e cresciuto in provincia ma da ragazzino ero sempre in città. Bologna rimane nel mio cuore e rappresentarla mi riempie di orgoglio. Sono contento".
Mancano ormai meno di quattro mesi a Parigi. E il futuro? "Sto iniziando a capire che manca poco. Un battito di ciglia e sono già passati. Non voglio perdere tempo e avere rimpianti, sto dando tutto me stesso e ancora di più se possibile. Non vedo l’ora che arrivi il 26 luglio. Il futuro? Il tetto del mondo".
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