L’impresa sugli sci. Leonello, 85enne alla Marcialonga: "Qui ricordando mio fratello Tonino»
Nel 2026 saranno cinquant’anni che un italiano si impose per la prima volta nella Marcialonga, classicissima dello sci di fondo....

Nel 2026 saranno cinquant’anni che un italiano si impose per la prima volta nella Marcialonga, classicissima dello sci di fondo....
Nel 2026 saranno cinquant’anni che un italiano si impose per la prima volta nella Marcialonga, classicissima dello sci di fondo. Quel pioniere si chiamava Tonino Biondini: era un montanaro di Frassinoro, Appennino modenese. Azzurro della Nazionale, aveva partecipato a Olimpiadi e Mondiali, allargando con il suo esempio la base di una disciplina tradizionalmente legata alle terre del Nord.
Quel giorno di 49 anni fa, Tonino alla Marcialonga era seguito lungo il percorso dal fratello Leonello, anche lui innamorato dello sci nordico. Fu l’ultima gioia che vissero assieme: un male incurabile sottrasse troppo presto Tonino all’affetto della famiglia e alla passione dei tifosi. Ieri, in una sorta di remake destinato a rappresentare simbolicamente la chiusura del cerchio della vita, l’ottantacinquenne Leonello è tornato su quella neve, su quel percorso. Poiché con l’età non si scherza, si è iscritto alla versione della Marcialonga riservata ai veterani. Da Tesero a Predazzo, in notturna, l’irriducibile Biondini, scortato dal conterraneo Luigi Bonaldi, veterinario di professione ma scrittore per talento ha sciato per undici chilometri in un’ora e dieci minuti. Una piccola grande impresa, degna di una tradizione che ha il sapore della dinastia.
Questa storia infinita, più forte dell’età e degli acciacchi, cominciò addirittura nel 1972, roba appunto del secolo scorso. Allora Leonello Biondini era ai nastri di partenza della Marcialonga classica. "Arrivai sessantesimo assoluto e fu un grande risultato – ricorda Biondini –. Completai i 70 chilometri in poco più di quattro ore. Fu la prima delle mie sette partecipazioni e aver visto trionfare mio fratello Tonino nel 1976 rimane una delle memorie più belle, per me e per tutta la gente di Frassinoro, un paese che continua ad onorare la cultura dello sci nordico: adesso con i nostri skimen siamo protagonisti anche nel biathlon". E di sicuro non finisce qui.
Leo Turrini
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