Matilde, regina a 10 anni: "Sogno le Olimpiadi. Ma dopo Los Angeles..."
La giovane Solieri ha conquistato il tricolore juniores a Lignano Sabbiadoro. Tra poche settimane comincerà la scuola: media Galilei a Casalecchio.
Dieci anni, la parlantina sciolta, una straordinaria abilità sullo skateboard e pure un sogno olimpico, "anche se Los Angeles sarà solo tra un quadriennio – dice – e mi sembra un po’ prestino". Si chiama Matilde Solieri ed è il nuovo talento dello skateboard italiano. A Lignano Sabbiadoro (Udine), Matilde conquista il titolo italiano juniores. Quella di Matilde – in famiglia ci sono papà Federico, mamma Elisa e il fratellino Emiliano, di 4 anni – è una bella storia di sport.
La scoperta dello skateboard, dopo aver praticato discipline diverse, grazie a papà che, al Bargellino, incontra un amico sullo skateboard. Matilde lo osserva incuriosita, lo studia: capisce che può far parte della sua vita e a mamma e papà, appunto, chiede uno skateboard.
Matilde, da cosa cominciamo?
"Dall’età. Ho dieci anni, sono pronta per frequentare il primo anno della scuola media Galilei e Casalecchio".
Materia preferita?
"Scienze. Poi, dopo le elementari, ci sarà la possibilità di studiare una lingua straniera. Mi attira il tedesco".
E’ stata in Germania?
"Sì, con la mia famiglia. Il viaggio mi è piaciuto. E allora andiamo con il tedesco".
Cos’è per lei lo skateboard?
"Un motivo di divertimento. Mi spostavo in bicicletta. Ho scoperto che si può andare veloci anche con lo skate".
Da grande cosa vuol fare?
"Vorrei avere la possibilità di girare il mondo. Quindi è chiaro che dovrò studiare anche l’inglese. Mi piacerebbe trasformare la passione che ho per lo skateboard in una professione. Ma sia chiaro…".
Cosa?
"Allo studio non rinuncio".
Studio e allenamento: due aspetti difficili da conciliare?
"Finora ci sono riuscita con qualche sacrificio. So che passando dalle elementari alle medie gli impegni aumenteranno. E dovrò mettere in preventivo altri sacrifici".
Che ha fatto quando si è resa conto di aver vinto il tricolore?
"Pensavo di essere seconda. E ho pianto".
Lacrime per un secondo posto?
"No, lacrime di gioia. Non mi aspettavo di vincere. Anche se mamma e papà erano fiduciosi".
Quando andrà a scuola dirà subito che lei è campione d’Italia?
"Ma ci mancherebbe. Voglio essere una ragazza come tutte le altre. Il titolo lo tengo per me".
Lo skate è pericoloso?
"Beh, se lo si usa in modo improprio sicuramente. Non è pericoloso se lo si usa con intelligenza. Anche se qualche caduta è inevitabile".
Come si protegge?
"Caschetto, parastinchi, gomitiere e polsini. Qualche caduta però va messa in preventivo. E allora anche qualche ginocchio sbucciato fa parte della routine".
Sa che Asia Lanzi…
"Sì, lo so. E’ stata a Tokyo, ai Giochi nel 2021".
E Matilde?
"Beh, il mio sogno è identico. Chi non pensa di affrontare un’esperienza unica come le Olimpiadi? Forse Los Angeles è un appuntamento molto vicino. C’è tanto da lavorare. Io non mi tiro indietro".
Quante volte si allena?
"Cinque volta la settimana, per un paio d’ore. Poi sabato e domenica gare. O comunque allenamenti mirati a Cesena, dove c’è una struttura ad hoc".
A Bologna dove si allena?
"In Piazza Lucio Dalla c’è una struttura adatta. Anche se gli impianti, per crescere, dovrebbero essere di più".
Altri sport?
"Ho fatto ginnastica artistica, che mi ha regalato un senso migliore dell’equilibrio. Faccio anche altri sport, ma il tempo non è tanto".
Hobby?
"Mi piace il cinema. In particolare le pellicole che fanno ridere. Mi serve per staccare".
Matilde è un punto di forza del Bologna Skate School. E ha già rinunciato, d’accordo con mamma e papà, a una trasferta a Praga. Avendo vinto in Italia, aveva ottenuto questa opportunità internazionale. Ma la trasferta nella Repubblica Ceca di fatto coincideva con i primi giorni di scuola. Esordire alle medie con un paio di assenze, ancorché giustificate per fini agonistici, non sarebbe stato il miglior biglietto da visita per presentarsi alle Galilei. E allora prima i libri. Poi la skate. Matilde in fondo è tricolore a soli 10 anni. Ha tutta la possibilità di crescere ancora e di pensare, così, anche un’avventura ai Giochi.
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