Maxcel scivola, rimonta d’argento: "Che rabbia: voglio l’oro nei 200"

Paralimpiadi Il trentaduenne Amo Manu della Francesco Francia guarda avanti dopo il secondo posto nei 100

di ALESSANDRO GALLO
3 settembre 2024
Maxcel Amo Manu, 32 anni, ha vinto l’argento nella prova dei 100 T64 (Ansa)

Maxcel Amo Manu, 32 anni, ha vinto l’argento nella prova dei 100 T64 (Ansa)

PARIGI (Francia)

Un argento paralimpico. Maxcel Amo Manu, 32 anni, è nato a Kumasi, in Ghana. Nel 2003 arriva in Italia e, fino al 2016, vive a Milano. Nel 2015 conosce Serena, che lo rende padre di Rayan e Ashley. A Bologna, zona Santa Viola, lavora come magazziniere fino all’incidente del 16 agosto 2017. Ci sono un paio di interventi per provare a salvargli l’arto inferiore sinistro.

Nulla da fare, si arriva all’amputazione. Dall’amputazione al centro protesi Inail di Vigorso il passo è davvero breve. Maxcel scopre di essere un talento della velocità. Tanto che un anno fa, sempre a Parigi, conquista due volte il titolo mondiale nei 100 e nei 200, categoria T64.

Logico che, con queste premesse, Amo Manu, puntasse al bersaglio grosso. Anche se, almeno ai Giochi, è all’esordio.

Fregato dalla partenza: la protesi scivola mentre esce dai blocchi, il talento della Francesco Francia e della Fiamme Azzurre rischia di cadere. E’ in fondo al gruppo. Ma il carattere non gli manca. Va avanti con la forza della disperazione, Maxcel e conquista un incredibile argento.

"Sono contento – dice sorridendo –. Sono felice perché si tratta della mia prima esperienza ai Giochi. E ho messo da parte una medaglia d’argento. Ma non ho nessuna intenzione di fermarmi, vado avanti".

Sorridente ed emozionato, Maxcel, seguito nella capitale francese da Serena e dai figli Rayan e Ashley.

"Li avevo cercati già dopo la semifinale. Non li avevo trovati. Adesso sì – dice mentre si scioglie nell’abbraccio con i due figli –. Voglio festeggiare e condividere questa gioia con loro, che mi sono sempre vicini".

Ma la Paralimpiade di Maxcel non è ancora finita. Sabato ci saranno i 200, semifinali e finali nella stessa giornata. Il bolognese di Kumasi non si nasconde.

"Essere qui è fantastico, c’è tanta gente, mille emozioni. Ma non è ancora finita. Ho fame, anzi, voglio trasformare la rabbia per quell’errore iniziale in qualcosa di importante. Ci sono i 200: li affronterò a testa bassa. Ma voglio l’oro e spero che così debba essere".

Una promessa, quella di Maxcel Amo Manu, che dopo la gara si confronta con Marco Simoni, il suo storico tecnico. Per capire cosa migliorare in vista dei 200.

"Un po’ di rimpianto c’è – commenta Simoni –. Se arrivi secondo, perché il tuo rivale è stato più bravo, applaudi l’avversario. Se invece c’è un errore di mezzo, ti resta un po’ di amarezza".

L’argento vale tanto, soprattutto per come è maturato. "Maxcel mi ha appena detto che si era già visto per terra. Invece è rimasto in piedi. A quel punto la corsa era compromessa, ma è stato bravissimo a riprendersi e completare una rimonta di valore".

Un argento per iniziare. Ma l’appetito vien mangiando: l’atleta di Santa Viola non vuole fermarsi. Ci sono altri cinque giorni per sognare la medaglia d’oro. In fondo, ha già due ori mondiali alle spalle. Il futuro è tutto suo, di questo ragazzo che non si arrende mai.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su