Michel Roccati, il primo ‘atleta cyborg’: "Sono pronto per correre"
Ha perso l’uso delle gambe dopo un incidente in moto a Superga, l’ha ritrovato grazie a una tecnologia sperimentale. Ora non si accontenta più di camminare
Ha perso l’uso delle gambe dopo un incidente in moto a Superga, l’ha ritrovato grazie a una tecnologia sperimentale per la quale lui stesso si definisce un ’cyborg’: Michel Roccati, torinese di 32 anni, è il primo uomo ad essere stato letteralmente rimesso in piedi dopo una lesione spinale completa. Domenica ci sarà anche lui all’autodromo di Monza per partecipare alla Wings For Life World Run, una manifestazione podistica che si corre in contemporanea in tutto il mondo, con i concorrenti collegati via app.
Roccati, lei ha visto la sua vita cambire per un incidente.
"Sono diventato paraplegico dopo essere caduto in moto nel 2017, scontrandomi con una panchina in marmo. Mi dissero che avevo una lesione spinale completa e non avrei potuto camminare mai più".
Lei non lo accettò.
"Mentre ero ricoverato non volevo crederci, e mi misi a studiare il midollo spinale e il funzionamento del cervello. Una volta dimesso ho partecipato a convegni e in uno di questi ho visto che a Losanna c’era un progetto sperimentale. Capii subito che era una bella occasione, e mi proposi".
Una cavia volontaria.
"Sì, ho scelto io di diventare un cyborg".
Come li convinse?
"Con i video dei miei allenamenti. Sapevo che per tornare a camminare non avrei mai dovuto smettere di allenarmi. Sia a livello mentale che fisico, studiai anche gli esercizi che facevano gli astronauti".
Che cosa le hanno fatto?
"La tecnologia prevede di installare, al di sotto della lesione, una serie di elettrodi dietro il midollo spinale. Sono connessi a un pacemaker che tramite un’antenna bluetooth comunica con un tablet su cui ho installato i programmi che mi permetto di camminare, salire le scale o fare fitness usando i diversi attrezzi come leg press, leg extension, cyclette".
Domenica farà la Wings for Life World Run.
"Sarà la mia terza volta, potrebbe essere l’ultima che faccio camminando perché la tecnologia sta migliorando, ci stiamo avvicinando sempre di più alla corsa".
Lei per molti sarà un esempio.
"Ho messo a disposizione un sito internet per essere contattato e ricevo messaggi ogni giorno da ogni parte del mondo, il mio caso è unico, ma sta dando speranze a molte persone. E mi sento orgoglioso di rappresentare un messaggio importante".
Quarant’anni fa c’era una serie tv con Lee Majors, il primo uomo bionico. Anche lei ha dei superpoteri?
"Beh, la prima botta è forte. Il dono sono le persone che ti danno la forza per andare avanti, amici, familiari. Il mio prossimo obiettivo è fare il massimo per contribuire ad abbattere le barriere architettoniche, mi sto impegnando per documentare tutte le situazioni in cui mi imbatto".
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