Oro e ritiro, Rebby fa festa. Sedicesimo titolo iridato: nessuno come Tarlazzi: "A 24 anni dico basta»

La giovane trionfa ai mondiali in Colombia entrando direttamente nella leggenda

di ALESSANDRO GALLO -
30 settembre 2023
Sedicesimo titolo iridato: nessuno come Tarlazzi: "A 24 anni  dico basta"

Sedicesimo titolo iridato: nessuno come Tarlazzi: "A 24 anni dico basta"

Sedicesimo titolo mondiale. Nessuno come lei, Rebecca Tarlazzi, 24 anni, la regina del pattinaggio artistico. Un titolo mondiale – solo medaglie d’oro a livello iridato per una ragazza minuta di statura, ma dal cuore e dal talento smisurati – per entrare direttamente nella leggenda e per mettere la parola fine alla splendida favola che ha saputo costruire in questi anni.

Nessuno, prima di Rebby, aveva vinto – tra junior e senior, singolo e coppia – tanti titoli iridati e quindi l’ingresso ufficiale nella leggenda del pattinaggio. E parola fine alla sua bella favola perché Rebby si ritira, questa volta definitivamente, dopo aver pensato di chiudere anzitempo, già nei primi mesi di questo 2023. "E con questa medaglia saluto il pattinaggio – dice –.Ma non è un addio: proseguirò la mia carriera come allenatrice".

Va oltre, Rebby, che non nasconde il tumulto di sensazioni che sta provando. Comprese quelle lacrime versate dopo il terzo posto ottenuto nella prova short, che pareva aver messo la parola stop al suo sogno iridato

"Non ho parole – insiste con la voce rotta da mille sentimenti –e sono emozionatissima, ho ottenuto il record ed era il mio obiettivo. Sono arrivata a 16 medaglie d’oro mondiali. Quello che ho provo è indescrivibile. Avevo dato per persa questa gara, pensavo di aver rovinato tutto, quindi mi sono detta: Rebecca pattina solo per te stessa perché te lo devi e te lo meriti dopo tutto quello che hai passato. E ce l’ho fatta. Dedico questo risultato a me, ma anche a mamma Annalisa e papà Stefano. È il mondiale più bello".

Adesso potrà concentrarsi solo sull’allenamento, cancellando magari quegli attacchi di panico dei quali ha confessato di aver sofferto in questi anni, nonostante i grandi successi.

"Avevo deciso di smettere il 2 maggio, poi ho ricominciato da capo, ma senza lavoro nelle gambe. Ho fatto gli italiani e non sono andati bene, perché non mi ero allenata. Mi sono detta, però, che avrei voluto provarci e l’ho fatto. Faccio il mondiale e parto solo se sono pronta. Mi sono allenata come una matta. Sono arrivata qua e ho sbagliato subito lo short, la prima prova. Staccatissima dal primo e secondo posto: l’avevo data per persa. Ho pianto come una disperata. Mi sono detta che sono una tigre. Ho pattinato con il cuore e ho fatto la miglior prova della mia vita. Ero a parimerito con altre due ragazze, con 15 titoli mondiali. Adesso nessuno è come me, sono felicissima. Non si è mai verificato nemmeno che un atleta vincesse solo medaglie d’oro per me è così. Nel 2015 a Calì, in Colombia, ho vinto il primo titolo senior, in coppia. E così ho chiuso un cerchio".

Ma perché è rientrata dopo aver deciso di appendere i pattini al chiodo?

"Mi mancava tanto pattinare. Ho provato sensazioni, allenandomi, che non avevo mai provato prima. Volevo godermela, farlo per me stessa. Sentivo di non aver completato la mia avventura. Ora sì".

Adesso che l’adrenalina scorre a fiumi, Rebby gioca anche con i numeri. "La mia camera era la 808. Otto più otto fa sedici. Se scompongo il sedici e faccio uno più sei ottengo il sette. Il mio numero preferito. E’ davvero finita. Ma sono la ragazza più felice del mondo".

Al terzo posto, infine, la bravissima Giada Luppi, bolognese pure lei, che aveva chiuso in vetta la prova short. Alla fine del programma "Rain, in your black eyes", dedicato all’amico e allenatore Michele Sica, scomparso recentemente, scivola in terza posizione. La ventenne Giada, argento nella passata stagione, rappresenta il futuro della specialità.

A livello maschile, infine, quarto posto per Alessandro Liberatore della Pontevecchio.

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