Spal, c’è ancora da soffrire. Dopo l’undicesimo posto è sempre in zona playout e costretta a rinforzarsi
Nel basket, Cento lotta per salvarsi in serie A2, mentre l’Adamant non decolla
Un 2024 da cancellare in toto, tra ribaltoni in panchina e sul mercato, una proprietà contestata e che sembra aver perso stimoli e voglia di rilanciare oltre l’attuale status quo di una modesta serie C, e una classifica perennemente a rischio di retrocessione, con l’incubo di una fine tra i dilettanti che equivarrebbe a una morte sportiva certa. I dodici mesi della Spal di Tacopina finiscono se possibile anche peggio di come si pensava solo sei mesi fa, quando la paura di retrocedere venne archiviata con la rimonta finale, richiamando in panchina mister Di Carlo. La riscossa finale e quel retrogusto di amaro in bocca che solo un undicesimo posto a una sola lunghezza dai playoff può regalare, sembravano in quel momento un pericolo scampato, una base da cui ripartire come monito per errori da non commettere più, e invece, solo pochi mesi dopo siamo, se possibile, messi anche peggio.
Ovvero con una squadra in zona playout anche per colpa di una penalizzazione di tre punti incassata prima del via dalla società, e con una proprietà costretta ad andare sul mercato per rimediare ai tanti, ennesimi errori estivi. La base tecnica acquisita nella scorsa stagione (il centravanti Zilli è un esempio, ma non è il solo), è stata dilapidata per ripartire da zero nuovamente, con un nuovo tecnico (Dossena) e idee di gioco diverse, che andavano accontentate con l’ingaggio di giocatori ad hoc. Così è stato solo in parte, e il risultato è una via di mezzo tra giovani in rampa di lancio, veterani (e per fortuna che il 40enne Antenucci è ancora uno dei migliori del lotto), acquisti sbagliati e giocatori dal passato importante ma spesso acciaccati (Biadoui ed El Kaddouri). Se a tutto questo aggiungiamo un feeling ormai irrecuperabile tra curva e proprietà, non è che gli auspici per il 2025 siano di grande ottimismo. Ma di ciò che accadrà eventualmente a bocce ferme se ne parlerà solo da maggio in avanti. Prima c’è una barca da rimettere in sella, col mercato e non solo. Sperando che non siano altri dodici mesi di patimenti.
E gli altri sport di squadra? Decisamente tra alti e bassi, in città e in provincia, almeno nelle categorie di vertice e nelle discipline con maggior numero di tesserati. Nella palla a spicchi, resta un’eccellenza del territorio la Benedetto XIV Cento, che resiste in una serie A2 a sole venti squadre, tra tante piazze storiche in lizza. Nell’ultima stagione non sono arrivati i playoff, ma la salvezza non è mai stata realmente in discussione, mentre nel campionato in corso tutto lascia pensare a un 2025 complicato, perchè il budget è stato considerevolmente ridotto e la squadra è di lignaggio inferiore rispetto alle stagioni precedenti. La lotta per la salvezza è tutta da giocare però, e Cento ha dimostrato di essere attrezzata alla lunga corsa a tappe che ci sarà da qui a giugno. Scendendo di due categorie, non vanno benissimo le cose in casa Ferrara Basket, targata Adamant. Il progetto è vivo, la città risponde con presenze importanti al palasport, robe sicuramente da categoria superiore, ma i risultati sono altalenanti e la B Interregionale è decisamente troppo stretta per questa città e questo progetto. In estate si è detto no a un ripescaggio in B nazionale che era a portata di mano e ora ci si accorge che vincere sul campo è molto più difficile e per nulla scontato,a fronte di costi che non sono poi così tanto diversi. I ragazzi di Benedetto ci proveranno fino in fondo, ma serviranno fortuna e grande solidità fino alla fine, per togliersi da questa quarta serie. Una situazione se possibile ancora più negativa la vive la 4 Torri Volley: poche presenze al palasport e classifica al di sotto di quella zona playoff (ovvero le prime due piazze) che la società chiedeva in estate. Ad oggi, l’obiettivo serie A3 sembra davvero lontano: servirà un 2025 molto diverso.
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