Violi non si dà una spiegazione: "Mezz’ora da addormentati"
Il coach dei Diavoli torna sul match perso con Rovigo: "Forse ci siamo sentiti troppo sicuri dopo il blitz a Padova"
Buongiorno Marcello Violi, come sta?
"Stavo meglio sabato, prima della partita con Rovigo… Quello che amareggia non è tanto l’aver perso ma il come abbiamo perso".
Lei ha parlato di trenta minuti di non-gioco in avvio di partita; come vi siete spiegati quell’inerzia?
"A oggi non ho ancora una spiegazione convincente. Anche con i ragazzi non siamo riusciti a trovare un perché chiaro. Forse il fatto di non essere abituati ad affrontare due match di seguito contro avversarie d’alta classifica, forse l’essersi sentiti troppo sicuri di noi dopo la vittoria a Padova, forse un mix di fattori… Fatto sta che nella prima mezz’ora abbiamo giocato addormentati".
Si sono notate difficoltà anche nella ricezione dei calci in profondità, sia a Padova sia contro Rovigo.
"Vero, con la differenza sostanziale che a Padova ci siamo effettivamente fatti trovare mal posizionati, mentre con Rovigo coprivamo bene il campo ma più di una volta abbiamo lasciato rimbalzare il pallone, per imperfetta comunicazione tra i due giocatori vicini al punto di caduta e forse anche per via del sole che nel primo tempo picchiava negli occhi. È un altro aspetto sul quale dobbiamo migliorare".
Sconfitta con Rovigo ma sei vittorie in precedenza, tra coppa e campionato: è presto per dire che si è già staccato un quartetto di favorite - Rovigo, Viadana, Petrarca, Valorugby - e che come intrusa per i play-off dovrete temere solo le Fiamme Oro?
"È decisamente troppo presto. Ci sono altre squadre dalle quali guardarsi: come Mogliano, che ha un organico molto interessante e che appena avrà trovato la calibratura diventerà ben complicato da affrontare; o come Vicenza, squadra in crescita e in grande confidenza".
Durante la conferenza stampa in nazionale Giulio Bertaccini ha avuto parole di elogio per lei, spiegando che in questi anni al Valorugby ha imparato tanto e in particolare da lei.
"Mah… Giulio è un ragazzo speciale. Se ha detto così mi fa molto piacere però credo che lui debba quel che ha raggiunto e ciò che raggiungerà soprattutto a se stesso. Ha avuto tante delusioni, tante mancate convocazioni alle Zebre quando se le meritava. Quest’anno è stato scelto come permit e ha saputo sfruttare in modo perfetto l’occasione. È naturale che ci siano persone che lo hanno aiutato a crescere e se lui pensa che io sia tra queste non posso che esserne contento".
Sabato iniziano i test match d’autunno non solo per l’Italia ma anche per il Brasile. Lascerete partire Dell’Acqua o è troppo importante per voi?
"Matteo è già con la nazionale brasiliana, ha preso il volo subito dopo l’incontro del Mirabello. Tiene tanto alla maglia del Brasile; rimarrà con loro sicuramente nel weekend in arrivo, stiamo valutando per quello successivo".
Contro Rovigo sono riapparsi Renton e Tavuyara ma ancora non Sbrocco, Tuivaiti e Lazzarin.
"Tutti e tre infortunati: Tuivaiti dovrebbe rientrare presto, Sbrocco ha preso una botta durante il test con le Zebre e starà fuori ancora due settimane. Lazzarin è fermo dalle semifinali della scorsa stagione ma la sua caviglia va migliorando e il rientro potrebbe essere vicino".
Parliamo del Tmo, il ‘Var del rugby’: si parla di 800mila euro per avere il Tmo in tutte le partite. È così fondamentale?
"In realtà sono 600mila. Io ero tra le persone pienamente a favore del Tmo, al 100%, se non altro per una questione di serietà del campionato. Ma dopo l’ultima partita ho iniziato a ricredermi. Una delle due mete di Rovigo è stata segnata con palese ostruzione: Gnecchi, il miglior arbitro del torneo, e Liperini, il miglior Tmo, hanno giudicato la meta valida, salvo ricredersi a fine match quando l’abbiamo analizzata insieme. Allora mi chiedo che senso abbia spendere tanti soldi se perfino i due migliori arbitri non utilizzano come si deve questo strumento. Fatto salvo che con Rovigo abbiamo perso per colpa nostra, non per quella meta".
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