Violi racconta la sua ’doppia vita’: "Allenare e giocare è molto dura"

Il nuovo tecnico del Valorugby: "Mi sento onorato e fortunato, ma quanta responsabilità..."

di MARCO BALLABENI -
30 dicembre 2023
Violi racconta la sua ’doppia vita’: "Allenare e giocare è molto dura"

Violi racconta la sua ’doppia vita’: "Allenare e giocare è molto dura"

Marcello Violi, 30 anni appena compiuti, parmigiano, 21 presenze in nazionale maggiore, è il nuovo head coach del Valorugby, dopo qualche settimana di gestione affidata a Randisi e Fonzi. Promozione sul campo, da giocatore ad allenatore/giocatore. E’ il più giovane head coach della Serie A Elite e venerdì 22 ha esordito con una vittoria contro i Lyons.

E’ stata una decisione improvvisa o il frutto di un percorso graduale?

"Per me è stata una sorpresa, non avevo alcun sentore di questa decisione da parte della società. L’anno scorso avevo già allenato in Serie A a Noceto e all’inizio di questa stagione Roberto Manghi mi aveva confidato di volere inserirmi passo passo nello staff, ma non mi aspettavo comunque questa svolta".

Ora lo staff tecnico dei Diavoli è una sorta di triumvirato con lei in cima e Randisi e Fonzi poco sotto?

"Grosso modo sì; ci dividiamo i compiti e poi condividiamo informazioni e risultati. Alla fin fine la società ha voluto nominare me head coach ma tra noi tre la condivisione è totale".

Allenare è una cosa che fa parte dei suoi progetti per il futuro o al momento lo vive come un’esperienza estemporanea?

"Allenare mi interessa e mi appassiona molto. Perciò questa decisione del Valorugby mi ha sì sorpreso, come ho detto, ma mi ha fatto anche molto piacere. Comprendo benissimo quale opportunità mi venga data; quale fortuna sia e allo stesso tempo quanta responsabilità comporti allenare una squadra così importante. E pure quanto impegno richieda, ma quello non mancherà".

Come ha vissuto l’esonero di Roberto Manghi?

"Sono decisioni della società, noi giocatori ne prendiamo semplicemente atto. L’inizio di campionato non è stato all’altezza delle aspettative, è vero, ma nonostante questo non ci attendevamo un esito tale. Però sono cose che fanno parte dello sport, bisogna accettarle. Certo dispiace per Robby; lo conosco da tanto tempo, siamo tutti e due di Parma, siamo amici anche extra-rugby e mi è dispiaciuto. Come gruppo non possiamo che essergli grati per quello che ci ha insegnato e per come ci ha sempre trattato".

Lei continuerà anche a giocare?

"Mah… per ora sì".

Incerto?

"Il fatto è che allenare e giocare, come potete immaginare, è complicato. Per far bene una delle due cose occorre fare solo quella. Però per il momento, comunque, rimango nel gruppo".

Sembra ben coperto, comunque: Renton sta giocando ottimamente.

"E’ un mediano completo e di grande esperienza, è una fortuna per noi averlo. Ma possiamo contare anche su un altro numero 9 promettente: Silva Soria, che arriva dal Parabiago. Ha avuto qualche difficoltà a inserirsi ma ora si è ripreso e in allenamento sta giocando in modo egregio".

Il caso Nasove?

“Posso non rispondere? Non saprei cosa dire. Lui ha sbagliato e non ci piove, ma posso assicurarvi che è davvero una brava persona. Però non voglio dire altro, perché finirei appunto per difenderlo come mio compagno ma non c’è dubbio che abbia commesso un grave errore".

Il 6 gennaio al Mirabello (ore 15) arrivano le Fiamme Oro.

"Loro provengono da una netta vittoria a Mogliano e sono molto sicuri di sé. La rimessa laterale è la loro arma migliore, insieme a Carlo Canna che conosco molto bene perché siamo stati per tante stagioni compagni di squadra alle Zebre. Anche noi però arriviamo da due belle prestazioni contro Rovigo e Lyons; e abbiamo già voglia di tornare in campo. E’ una di quelle partite delle quali non si vede l’ora che arrivi il fischio d’inizio".

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