Zurloni, rimpianto olimpico: "Penso a quei 2 millesimi"
Brucia ancora l’avventura parigina dell’atleta lombardo che ora punta al 2028 "Era un’opportunità per far vedere il mio sport, voglio qualificarmi per Los Angeles".
I due millesimi che hanno fermato l’ olimpica bruciano ancora un po’. Matteo Zurloni, lombardo dall’arrampicata, preferisce non rimuginarci troppo. L’atleta de La Sportiva (sponsor tecnico della Federazione), dice sempre che il suo sport è metafora di vita, cadi ti rialzi, ti migliori e superi i problemi.
Che esperienza è stata Parigi? "Erano le prime Olimpiadi, le immaginavo diverse, in un contesto pervaso da esaltazione. In realtà, era tutto tranquillo, si deve trovare concentrazione. Ho visto un “paese“ composto solo da atleti che alla fine sono persone normalissime, è stato bello".
Per quanto riguarda la gara? "Inizialmente, era un’opportunità per far vedere il mio sport e ora è arrivato il desiderio di qualificarmi per Los Angeles e fare meglio. Poi, penso al clima con cui è finita, ovvero quei due famosi millesimi. Dentro di me ancora bruciano, perché mi hanno bloccato prima della semifinale. Al contempo, è l’essenza di quello che è il mio sport e l’ho vissuto un po’ meglio rispetto ai tifosi. Ho fatto la mia gara, la migliore mai fatta anche se potevo dare di più, è successo, poteva accadere ad altri".
Nel villaggio olimpico ha fatto qualche incontro?
"Ho avuto l’opportunità di parlare con tutti i ragazzi dell’atletica che gareggiavano nei miei stessi giorni. Ho parlato con Jacobs, poi con Tamberi anche se era ridotto uno straccio e molti altri come la Iapichino che non conoscevo. Non ho interagito con gli stranieri, ma ho incontrato Simon Biles ed eravamo vicino al palazzo della Serbia quando c’è stato il festeggiamento per l’oro di Djokovic".
Ha subito ripreso le gare, è stato complesso?
"Molto difficile, forse però meglio aver ricominciato a ridosso delle Olimpiadi. Ho vissuto tutto l’anno con in mente solo questo obiettivo e subito dopo c’è stato un vuoto. Poi gli Europei, mentalmente non ero al top, fisicamente sì".
È arrivato l’argento in Coppa del Mondo…
"La stagione mi ha fatto capire che posso essere sempre lì, nei primi sei ed è un grandissimo risultato. Aver ottenuto quell’argento senza essere mai salito su un podio nelle singole tappe, mi fa capire che manca qualcosina, ma ci sono. Mi dà fiducia".
Deve essere difficile anche la gestione mentale?
"E’ quello l’aspetto più difficile. Secondo me ho questo piccolo vantaggio di riuscire a prendere molto bene le sconfitta e le vittorie. Allo stesso tempo non mi sono mai messo troppo sotto pressione, non riesco a lasciarmi andare al 100% in gara. Ho bisogno di lavorare sulla velocità".
Nel suo sport, è difficile avere sponsor?
"In realtà no, ci sono tanti sponsor, molti specifici e poi anche altri che piano piano si stanno interessando a noi. Se si vuole puntare a brand molto più grandi è più complicato. Poi, faccio parte delle Fiamme Oro, ho il loro sostegno e stanno iniziando ad aumentare i premi".
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