Cigarini, da una Reggio all’altra. "Un onore guidare la gloriosa Viola. Lavoro per riportarla ad alti livelli»

Il coach della nostra città (una vita nel settore giovanile biancorosso) allena in Calabria nella Serie B "Al PalaCalafiore ogni volta mi vengono i brividi perché qui hanno giocato fenomeni come Ginobili e Oliver".

di FRANCESCO PIOPPI -
14 marzo 2024
"Un onore guidare la gloriosa Viola. Lavoro per riportarla ad alti livelli"

"Un onore guidare la gloriosa Viola. Lavoro per riportarla ad alti livelli"

Avete presente la Viola Reggio Calabria? Gloriosissima società che ha tenuto a battesimo un campione infinito come Ginobili e altri talenti di prima grandezza? In estate ha scelto un coach 100% made in Reggio Emilia per riguadagnarsi i fasti di un tempo.

Il suo nome è Federico Cigarini, 44 anni, una vita nel settore giovanile della Pallacanestro Reggiana a svezzare talenti come Silins e Cervi e adesso tecnico in rampa di lancio.

Coach Cigarini, dalla sua città natale a quella in cui allena ci sono 1100 km di distanza: com’è nata questa opportunità?

"Sono stato contattato dal presidente Carmelo Laganà che mi aveva notato l’anno scorso quando ero assistente in B Nazionale a Capo d’Orlando. Per me è stato un onore ricevere la chiamata di un club così importante e abbiamo trovato subito l’accordo anche perché ho potuto costruire la squadra assieme al presidente. Spostarsi non è mai stato un problema per me, ma un’opportunità di crescita. Dopo 7 anni alla Pallacanestro Reggiana come assistente Under 17 e 19 sono stato a Genova, poi Casalpusterlengo, Ferrara e Padova…".

Siete riusciti a costruire una squadra giovane, divertente e che sta riaccendendo l’entusiasmo in città.

"Questa è senza dubbio una delle gratificazioni maggiori. All’inizio non ci davano tra le favorite e a vederci venivano 700 persone, poi siamo cresciuti fino ad arrivare a 3mila presenze contro Ragusa. Adesso la media è di circa 2mila tifosi. Il nostro bilancio è di 17 vinte e 6 perse e siamo nei play-in Gold dove ci giochiamo l’accesso ai playoff per la promozione in B nazionale".

Il sogno qual è?

"Intanto arrivare più in alto possibile in una società solida come questa, poi grazie all’entrata di un grosso sponsor come Myenergy che è tra i leader mondiali nel campo del fotovoltaico credo che nei prossimi anni si punterà a tornare ad alti livelli. Ed è anche uno dei motivi per cui sarebbe un onore per me proseguire il percorso iniziato".

Con lei c’è Thomas Aguzzoli, altro reggiano doc che sta facendo molto bene.

"È un ragazzo super, molto disponibile e con tanti margini di miglioramento, ma già oggi è il quinto marcatore del girone. Oltre a lui ci sono anche due figli d’arte come Binelli e Cessel con cui stiamo lavorando in prospettiva, mentre il nostro ‘bomber’ è Tyrtyshnyk, nazionale ucraino, che con 22,8 punti di media è il miglior marcatore di tutte le Serie B".

Giocate sempre nello storico ‘PalaCalafiore’?

"Sì e ogni volta che mi guardo attorno mi vengono i brividi se penso che lì hanno allenato coach come Zorzi e Recalcati e giocato fenomeni come Ginobili, Oliver, Montecchia, Volkov e tanti altri. Parliamo del quinto impianto più capiente d’Italia (8450 posti, ndr)".

A proposito di strutture, ha visto il progetto di Casa Biancorossa?

"Certo, è una cosa pazzesca per il club e per la città. Vanno fatti i complimenti alla proprietà perché è davvero l’unica strada per il salto di qualità. Pensate che qui c’è una struttura simile con tre campi da basket, 20 posti letto, palestra e uffici che si chiama ‘Pianeta Viola, creata 25 anni fa. Spero possano rimetterla in sesto al più presto, in modo da poterla utilizzare nella prossima stagione".

Chiudiamo con una domanda sulla Unahotels: che impressione le sta facendo e come si spiega questa differenza tra le prestazioni in casa e quelle fuori?

"Ho grande stima di Coldebella che ha portato una mentalità internazionale che mancava al club, ha tantissimi contatti ed è una persona intelligente. Affidandosi molto ai giocatori americani il rischio che certe partite, soprattutto in trasferta, non vengano giocate con il massimo della concentrazione esiste. Con i giocatori europei accade più raramente".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su