Due campioni senza età. Sfida Cinciarini-Delfino

Domani sera Forlì-Cento è anche il confronto tra i veterani della categoria. L’argentino ha 42 anni, il capitano 41 e insegue quota 1.000 punti con l’Unieuro.

di STEFANO BENZONI -
1 ottobre 2024
Due campioni senza età. Sfida Cinciarini-Delfino

Domani sera Forlì-Cento è anche il confronto tra i veterani della categoria. L’argentino ha 42 anni, il capitano 41 e insegue quota 1.000 punti con l’Unieuro.

Nel primo turno infrasettimanale della stagione dell’Unieuro, la partita contro Cento, proporrà domani una sfida fra i due giocatori più ‘diversamente giovani’ di tutta la A2: Daniele Cinciarini, 41 anni compiuti lo scorso 14 giugno, e Carlos Delfino, 42 anni festeggiati lo scorso 29 agosto. Negli States li definirebbero oldies but goldies, vecchietti ma d’oro, ed è proprio così. Cincia è a 3 soli punti dai 1000 segnati con la maglia Unieuro, dopo l’unico punto imbucato nella trasferta di Cividale, mentre il grande ‘Carlitos’ è reduce da una prova da 18 punti e 5 rimbalzi in 29’ nella vittoria casalinga dei centesi contro la Libertas Livorno.

Se Cinciarini nei suoi 23 anni di carriera ha vestito le maglie di 13 squadre, l’argentino in 25 anni di attività è alla sua undicesima formazione. Arrivato in Italia nel 2000 a Reggio Calabria, sulle orme di Manu Ginobili, un suo idolo, Delfino passò poi alla Fortitudo dove rimase due anni prima di andare nella Nba dove fu il primo argentino nella storia scelto al primo giro, numero 25 nel draft 2003 dai Detroit Pistons. Otto anni di carriera negli Stati Uniti fra Detroit, Toronto, Milwuakee e Houston con tre annate chiuse in doppia cifra di punti di media. Anche se ha mancato il titolo Nba (fuori dal roster per i playoff dei Pistons poi sconfitti nella finale 2005), ha fatto parte della Generacion Dorada, il fortissimo gruppo capace di conquistare l’oro olimpico nel 2004 (contro l’Italia) e il bronzo nel 2008.

Nella sua carriera ci sono anche tre annate passate senza giocare dal 2014 al 2017 per una frattura da stress allo scafoide del piede destro che lo portarono per ben sette volte sotto i ferri. Ma Delfino riuscì ad emergere con quella passione per il gioco che non lo ha mai abbandonato. E infatti è tornato. A giocare nei club e anche in nazionale. Ripartendo dalla sua Argentina, dal Boca Juniors. Per poi approdare a Torino, a Pesaro in A1, a Cento, ma soprattutto nel 2019 a tornare alla Fortitudo dopo 15 anni dalla sua partenza. E chi trovò in quella F che a fine stagione ottenne la promozione in A1? Daniele Cinciarini in campo e Antimo Martino in panchina. Entrambi saranno domani sera suoi avversario.

"Di Carlos ho un ricordo molto positivo, come uomo e come giocatore – racconta il coach biancorosso –. Quell’anno arrivò circa a metà stagione e il suo fu un innesto fatto per dare più profondità e aumentare la mentalità vincente di un gruppo che aveva già in sé dei valori importanti. Mi colpì subito la sua semplicità, la sua umiltà e la sua serietà, nonostante chiaramente un passato pazzesco". Martino ricorda ancora la sua etica lavorativa: "Veniva da un periodo in cui aveva giocato molto poco per cui era indietro di condizione, ma lo vedevo lavorare giorno dopo giorno. Ero sicuro che sarebbe cresciuto e così avvenne. Al punto che volevamo confermarlo anche per la stagione successiva in A, poi però non fu trovato l’accordo. Era ed è una persona piacevole, come ho potuto verificare nuovamente al torneo di Modena dove abbiamo parlato un po’ di lui, della famiglia, dell’Argentina, Persona eccellente e giocatore che ha grande cura del proprio corpo ed è uno di quelli che amano davvero la pallacanestro".

Caratteristiche queste ultime che lo mettono sulla stessa linea rispetto a Cinciarini, un altro giocatore che impressiona per quello che riesce ancora a fare in campo, a causa principalmente di uno stile di vita a dir poco ferreo. Entrambi in campo trasmettono sicurezza e tranquillità. Il loro duello, domani, potrebbe diventare una memorabile sfida nella sfida.

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