Final Four, la parola all’esperto: "Ok Trapani, ma Forlì può farcela"

L’ex azzurro De Pol, commentatore per la Rai, conosce bene le contendenti della Coppa: "Grande evento"

di STEFANO BENZONI -
15 marzo 2024
Final Four, la parola all’esperto: "Ok Trapani, ma Forlì può farcela"

Final Four, la parola all’esperto: "Ok Trapani, ma Forlì può farcela"

Dal suo osservatorio privilegiato di commentatore tecnico per il basket su Rai Sport insieme a Maurizio Fanelli e a Edi Dembinski, Alessandro De Pol sabato e domenica sarà a Roma per analizzare le finali di Coppa Italia di A2 e B. "Sarà una grande festa all’insegna dello spettacolo e della correttezza con in campo le migliori squadre che si daranno battaglia per conquistare un trofeo importante".

De Pol, lei che di Final Four ne ha giocate diverse e ha vinto quella del 1996 in A1 con Milano, cos’ha di speciale una manifestazione cosi?

"Sono appuntamenti bellissimi in cui ti ritrovi al centro del tuo ambiente, con il palazzo pieno, giornali, siti, radio e tv a coprire l’evento e dove nessun risultato è precluso. Sabato e domenica a Roma non si farà un’eccezione".

Come si affrontano partite secche, cioè senza un domani?

"Alzando l’intensità fisica, caratteriale e tecnica del gioco. Devi partire subito a mille e non mollare mai. Sono climi e situazioni che, per me, erano esaltanti".

Analizziamo le quattro contendenti. Partiamo da Trapani.

"Squadra molto forte ed allenata molto bene da Daniele Parente, finora molto bravo a tenere sempre concentrati e sulla corda i suoi. E’ fisica, tosta, intensa, forse la principale favorita alla promozione in A1".

La sua avversaria nella seconda semifinale sarà la Fortitudo.

"Il suo quintetto è fra i primi tre dell’A2, mentre ha il problema di una panchina corta soprattutto in ottica playoff, dove si giocherà quasi un giorno sì e uno no. Attilio Caja, ottimo coach, ha subito dato il suo marchio alla squadra. Per essere competitiva fino alla fine avrebbe bisogno di un lungo e di un esterno per allungare le rotazioni. La sua coppia americana è la migliore fra gli interni".

Nella prima semifinale saranno di scena Cantù e Forlì. I lombardi non stanno attraversando un momento troppo felice.

"Cantù è una squadra lunga, formata da giocatori importanti, ma che non ha ancora fatto quel passo mentale per diventare solida e continua. Mancano un po’ di quella sana cattiveria e della giusta dose di agonismo e le assenze avute non possono essere un alibi".

E poi c’è l’Unieuro Forlì.

"A inizio stagione si parlava tanto di Trapani, Cantù, Fortitudo, Udine, Torino, Verona e poco di Forlì, considerata da pochi forse per un blasone meno evidente. Invece l’Unieuro ha viaggiato dall’inizio fortissimo, è stata in testa alla fine della prima fase ed è in testa ora, con un basket concreto ed efficace, funzionale ai suoi uomini. Ha un organico lungo, è in un eccellente momento di forma e sono convinto che con lei si dovranno fare i conti fino alla fine".

Martino dopo l’ottima annata passata, sta continuando a fare un lavoro importante.

"Non è certo una novità. avendo fatto bene anche a Ravenna e alla Fortitudo Bologna. E’ molto bravo a mettere insieme i pezzi di una squadra, fra l’altro costruita molto bene, e a far rendere al meglio i suoi trovando fra l’altro protagonisti quasi sempre diversi partita dopo partita. Lui e il suo staff hanno costruito un’ottima difesa e sono bravi a mischiare gli ingredienti fra la gioventù e la lucida follia di Valentini e Zampini, l’esperienza di Pascolo e Cinciarini e l’atletismo e la tecnica dei due americani".

Può vincere Forlì?

"Certo. Non sarà facile ma può farcela dato il suo cammino".

Assodato che di pronostici non ne vuole fare, scelga un protagonista squadra per squadra.

"Per Trapani scelgo il play JD Notae, anche se il giocatore determinante è Matteo Imbro, mentre la Fortitudo non può prescindere dal talento di Pietro Aradori. Fra i canturini sono curioso di seguire Bucarelli, mentre credo che uomini chiave di Forlì saranno Zampini con la sua esuberanza e Cinciarini col suo carattere e il talento".

Un ‘Cincia’ che non smette mai di stupire.

"Secondo me il suo segreto, anche se lo lui nega fermamente, sta nel potere taumaturgico della piadina romagnola".

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