Forlì, con Rieti c’è l’ex Petrovic: "Attenti, vogliamo battere una big"

Il serbo, all’Unieuro l’anno del Covid, scalpita: "Noi finora siamo soddisfatti, ma ci manca un colpaccio"

di STEFANO BENZONI -
10 febbraio 2024
Forlì, con Rieti c’è l’ex Petrovic: "Attenti, vogliamo battere una big"

Forlì, con Rieti c’è l’ex Petrovic: "Attenti, vogliamo battere una big"

Alla settima squadra diversa in sette anni, a Forlì nel 2019/20, Danilo Petrovic alla testa della Real Sebastiani Rieti domani sbarcherà al Palafiera per la prima partita della fase a orologio. Dopo la retrocessione con Ravenna, l’ala di 2.03 nata a Vrsac in Serbia il 10 maggio 1999 ha trovato ai piedi del Terminillo la dimensione ideale: "Mi trovo molto bene perché Rieti come Forlì è una città di basket, si respira ovunque. Poi sto giocando un campionato di livello diverso rispetto all’anno scorso".

Cosa intende?

"Che l’anno passato con Ravenna siamo retrocessi, mentre in questa stagione siamo subito alle spalle delle formazioni di vertice e vinciamo di più".

Le sue cifre: 8 punti, 3 rimbalzi ed 1.3 assist di media in 19’ tirando con il 63% da due, il 42% da tre e il 76% dalla lunetta. Come si giudica finora?

"Sto crescendo non solo dal punto di vista tecnico, ma anche sotto l’aspetto della tecnica di tiro, del gioco spalle a canestro e della lettura delle gare e questo succede anche perché stare in un ambiente esigente e stimolante come quello di Rieti ti spinge una volta di più a crescere e a dare tutto, anche se non è sempre facile".

E cosa pensa del vostro rendimento?

"Siamo arrivati quarti in un girone non facile. Possiamo essere soddisfatti anche se abbiamo buttato via qualche gara e non abbiamo mai battuto una big".

Adesso arrivate a Forlì.

"Ecco, a proposito di quello che dicevo. Forlì è una big, d’altronde non si può definire diversamente una squadra che è arrivata prima in un girone che comprendeva Fortitudo, Udine, Trieste e Verona. Ritroverò l’ambiente caldo del Palafiera e una città che merita di salire in A1".

A Rieti dopo Ortona, Montegranaro, Forlì, Cento, Ferrara, Ravenna. È un buon giocatore e non è un piantagrane. Perché cambia sempre?

"Bella domanda. Diciamo che non ho mai avuto la fortuna di trovare continuità in un club e sono stato sempre costretto a ripartire da zero. Vorrei fermarmi, in verità, e vorrei che Rieti fosse il posto giusto per me".

Qual è il vostro obiettivo ora?

"Giocare queste dieci gare con lo spirito dei playoff e poi vedere dove saremo. Ci sono molte squadre forti, ma ricordo che l’anno passato Pistoia è salita dopo essere arrivata quarta".

Che ricordi ha di Forlì?

"Belli. E ho un rimpianto. Se quel campionato non fosse stata interrotta dal Covid avremmo potuto vincerlo. Eravamo compatti, avevamo la giusta chimica fra giovani e veterani e ci saremmo divertiti nei playoff".

Che idea si è fatto di questa Unieuro?

"Non hanno chiuso primi per caso. Sono bravi in attacco, ma sono ancora più bravi in difesa perché sono squadra dura e tosta".

Che partita si aspetta?

"Una partita dura, molto fisica, magari non molto spettacolare, diciamo da playoff.

Cosa teme dell’Unieuro?

"Il talento offensivo di Cinciarini e Zampini e la fisicità di Johnson. Non conosco Allen, ma dicono sia un ottimo giocatore".

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