Forlì e quel legame con Brindisi. Cinque giocatori negli annali

Domani la sfida in Puglia contro la squadra della città di Solfrizzi, Cordella, Giarletti, Di Santo e Villani

di STEFANO BENZONI -
12 ottobre 2024
Forlì e quel legame con Brindisi. Cinque giocatori negli annali

Da Forlì a Brindisi ci sono 716 chilometri. Quelli che l’Unieuro percorrerà, allungandoli un po’, oggi salendo sul volo Ryanair da Bologna. Ma tra Forlì e Brindisi c’è anche un legame cestistico, finora solo unidirezionale, se pensiamo ai ragazzi brindisini che sono arrivati in Romagna. Sono stati cinque: in ordine di sbarco in città, Maurizio Solfrizzi, guardia di 1.88 del 1955; Roberto Cordella, play di 1.85 del 1957; Giancarlo Giarletti, play di 1.90 del 1968; Massimiliano Di Santo, guardia-ala di 2 metri nato nel 1971; Christian Villani, guardia-ala di 2 metri del 1982.

Tutto cominciò nell’estate del 1975, col palazzetto Villa Romiti sede di finali giovanili. Quell’anno allenatori e gm segnarono sui loro taccuini diversi nomi di giovani promettenti, fra i quali due del Basket Brindisi: il playmaker Roberto Cordella e la guardia Maurizio Solfrizzi, premiato come miglior realizzatore della manifestazione.

Il più lesto ad accaparrarsi le loro prestazioni fu l’allora ventenne gm Maurizio Gherardini. Il primo uomo che Forlì voleva era Solfrizzi. Così lo acquistò ma lui, sentendosi trattato come un pacco postale, disse: "Io non vengo, voglio restare a casa mia e giocare in A2". Alla fine le due società perfezionarono l’affare, ma Forlì per agevolare Solfrizzi decise di lasciarlo in prestito un anno a Brindisi. Così ‘Fritz’ arrivò nel 1976/77, la terza annata in A1 di Forlì.

Roberto Cordella si unì alla comitiva a partire dall’A2 1977/78. Era un play veloce, ottimo passatore e anche eccellente tiratore dalla media con il palleggio arresto e tiro. Solfrizzi, invece, era una guardia che sapeva fare di tutto: grande fisico, ottimi mezzi atletici, tirava da fuori, andava in penetrazione ed era anche un super difensore: restano infatti impressi i suoi duelli contro due big come Jim McMillian, il ‘Duca nero’ della Virtus Bologna, e Mike Sylvester del Billy Milano. Solfrizzi rimase a Forlì sei stagioni e poi, dopo essersi sposato e aver avuto già il primo figlio, giocò due anni a Rimini, ma dal 1976 non ha mai smesso di vivere a Forlì. Cordella lasciò Forlì dopo il campionato 1982/83, anche lui dopo sei anni, e andò a Napoli in A1 per quattro stagioni prima di chiudere nell’Azzurra Brindisi.

Dei suoi campionati forlivesi resta indelebile una prova da 27 punti e vittoria a Bologna contro la Fortitudo, con la Recoaro che si presentò senza i due americani, Rod Griffin e Rudy Hackett (il padre di Daniel). Solfrizzi giocò quattro stagioni in A1 con la promozione del 1979, mentre Cordella di campionati di A1 ne disputò tre, ma conquistò due promozioni dall’A2. Cordella diventò poi l’occhio forlivese a Brindisi e fu infatti lui a suggerire nell’estate del 1989 l’acquisto (come play cambio di Corrado Fumagalli) di Giancarlo Giarletti, che fece parte della squadra che nel ’90 conquistò l’indimenticabile promozione in A1. Giarletti disputò a Forlì solo una stagione.

Fu sempre Cordella a suggerire a Gherardini di ingaggiare un ragazzo magro, alto, atletico, coordinato, che sembrava nato per giocare a basket: così nel 1990 la Filanto fece esordire in A1 Massimiliano Di Santo, per tutti ‘Max’, uno che Forlì, la sua gente, i suoi compagni e i tifosi, li ha e li avrà sempre nel cuore e che restò sei anni.

L’ultimo brindisino ad arrivare a Forlì è stato Christian Villani. Fu grazie a coach Giampaolo Di Lorenzo che, dopo averlo allenato a Potenza, lo volle portare con sé arrivando alla Fulgor. Villani in campo sapeva giocare almeno in quattro ruoli. L’ultimo dei ragazzi brindisini che hanno trovato a Forlì l’isola felice.

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