Forlì, il ‘tuo’ Pollone c’è. Tanta difesa e anche punti
Basket A2 L’exploit offensivo contro Cremona ha riportato sotto i riflettori un giocatore che, al di là delle statistiche, dà sempre tanto alla squadra.

Luca Pollone, tanto sudore spremuto sul parquet e anche sprazzi decisivi in fase offensiva, come domenica con Cremona con i suoi 14 punti in 6 minuti (Salieri)
I 14 punti segnati domenica contro la JuVi Cremona da Luca Pollone, tutti racchiusi fra gli ultimi 9’’ del terzo quarto (bomba del 59-61) e i primi 4’47’’ dell’ultimo periodo (tre triple senza errori e un’entrata battendo il recupero di La Torre), sono stati un flash abbagliante nella partita del numero 18 che fino a quel momento non aveva brillato. Poi ‘Pollo’ è esploso per una di quelle serie che non gli sono consuete (una sola volta in doppia cifra in tutto il girone d’andata, quattro in totale), ma che quando tira fuori dal suo arsenale sono decisive per continuità ed efficacia.
Un po’ come nella gara di sabato 23 novembre a Milano contro l’Urania. In quella circostanza l’ala forlivese segnò 12 punti nei primi 5’09’’ con tre bombe, un canestro da due e un tiro libero. Poi non segnò più fino a 3’34’’ dalla fine quando realizzò i due liberi del 77-77. Ma Pollone aveva conservato il meglio per il finale quando al suono della sirena, sull’80-80, realizzò quasi dall’angolo, dopo aver fatto saltare il difensore in recupero, il canestro della vittoria forlivese.
Finora sono stati questi i momenti offensivamente più eclatanti e positivi del suo campionato. O almeno quelli più abbaglianti. Perché per valutare il rendimento di Pollone non bisogna farsi fuorviare solo dalle cifre e dal rendimento offensivo. In quanto miglior difensore della squadra, la sua valutazione non può non tenere conto del fatto che spesso gli tocca il compito di marcare il miglior esterno avversario, contro cui lotta e si spende senza risparmio di energie e spesso vincendo il confronto diretto: come accaduto nell’andata contro Verona contro Pullen, o con Livorno quando aveva marcato Banks, o nelle due gare contro Vigevano quando il suo avversario è stato Stefanini.
Pollone non si tira mai indietro. Perché a lui piace aiutare la squadra, sia che questo voglia dire ‘francobollare’ rivali, recuperare palloni, dare una mano a rimbalzo e in attacco tirare da tre, principalmente sugli scarichi. Diventa ingannevole giudicare il suo rendimento dalle statistiche che oggi ci dicono che sta segnando 6 punti di media, catturando 3 rimbalzi, servendo un assist e tirando con il 49% da due (ma anche con il 43% da tre e l’88% dalla lunetta).
Comunque Pollone, che il 5 gennaio prima della gara contro Rieti è stato premiato per le 100 presenze in maglia Unieuro, sta vivendo una stagione che per lui era partita in modo insolito e difficile. Vista l’iniziale presenza nel roster di uno straniero come Shawn Dawson che partiva in quintetto nel ruolo di ala piccola, Pollone (dopo due anni di inamovibile presenza nello starting-five di coach Martino) partendo dalla panchina faticava a ingranare e a fornire quel contributo che nei due anni precedenti non era mai mancato. Poi i problemi fisici e l’assenza dal campo di Dawson lo hanno riproiettato in quintetto, coi soliti compiti di sentinella difensiva e prezioso tuttofare capace di giocare ala piccola in un quintetto tradizionale o anche ala forte in uno piccolo che di solito Martino utilizza nell’ultimo quarto.
Però le vicissitudini tattiche di Pollone non erano finite. Infatti dopo aver giocato una media di 25’ nelle prime sei gare del ritorno, nelle successive cinque non solo non è più partito in quintetto, ma ha visto il suo minutaggio scendere a 18’ a partita. Pollone ora non parte più in quintetto, però chiude gli incontri col quarto periodo che lo vede sempre in campo, come contro Nardò, Vigevano e Cremona.
Le sue statistiche fra girone di andata e le 11 gare di ritorno sono quasi uguali: Pollone gioca un po’ meno (da 26’ a 21’), ma segna sempre 6 punti catturando più o meno lo stesso numero di rimbalzi (3) e servendo il medesimo numero di assist (1). Continua a tirare poco più di 4 volte a gara e sempre più da tre che da due (64 volte contro 20 nell’andata; 30 contro 17 nel ritorno), ma sempre con ottime percentuali: dal 39 al 50% da tre e dall’86 al percorso netto (4/4) dalla lunetta. Numeri che raccontano solo in parte il prezioso apporto che Luca Pollone fornisce e di cui lo staff tecnico è perfettamente consapevole.
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