Forlì infrange un lungo tabù. Quanti rinforzi sfumati in extremis

Dal 2007 al 2023, ecco i colpi mancati o deludenti. Ma con Magro anche la società fa un salto di qualità

di MARCO BILANCIONI -
3 aprile 2024
Forlì infrange un lungo tabù. Quanti rinforzi sfumati in extremis

Forlì infrange un lungo tabù. Quanti rinforzi sfumati in extremis

Uno scudetto, la promozione 2023 e 40 presenze in Nazionale maggiore. Sono questi gli ‘amuleti’ che la Pallacanestro 2.015 mette in campo non solo per ottenere l’agognato salto di categoria ma anche per esorcizzare una lunga lista di precedenti: finora il rinforzo biancorosso last minute – o quasi – era sempre sfumato o si era tradotto in una serie di delusioni e sfortune. Diciamolo subito: nessuno dei nomi del passato era così blasonato. E se la società è arrivata fino a lui è anche perché ha saputo muoversi con più concretezza e scaltrezza rispetto al passato.

Sui colpi sfumati c’è un esempio recentissimo, inedito e, in quei giorni, segreto perfino a parte dell’entourage forlivese. Nella settimana che portava ai playoff 2023, si presentò a Forlì Lodovico Deangeli, ala piccola appena retrocessa con Trieste (dove è tuttora): la Pallacanestro 2.015 cercava un giocatore con cui coprirsi in caso di emergenze e infortuni e pensò a lui. Problema: nelle ultime settimane aveva accusato un piccolo guaio fisico. Che, agli occhi dei medici forlivesi, ebbe però una prognosi di qualche settimana: troppo per chi va in campo ogni 2 giorni. Arrivato praticamente di nascosto, altrettanto senza clamore ripartì: niente colpo.

Come quello di Alessandro Cappelletti, playmaker della Virtus Bologna stagione 2018/19. Doveva essere l’addizione per i primi storici playoff della Pallacanestro 2.015 (di fatto, giocati poi senza l’Usa Melvin Johnson). Intesa su tutto, poi la Vu Nera cambiò idea, perché si prospettava di allungare il cammino europeo (la Champions League poi vinta).

Se è vero che il mercato è fatto di attimi fuggenti, la trama più fitta è quella che pareva portare a Forlì l’italo-argentino Daniel Farabello, allora 39enne, che era tornato in patria dopo anni a Ferrara: era la primavera 2012 e l’allora FulgorLibertas venne risucchiata in zona retrocessione. Non aveva più tesseramenti ma era riuscita a farsene riconoscere uno extra. Come? Sollevando il caso di Marco Bianchi, decimo uomo, sul quale era piovuta una lunga squalifica durante una partita delle giovanili: in punta di diritto, la società biancorossa aveva ottenuto così la possibilità di aggiungere un giocatore. La mossa poteva cambiare gli equilibri della corsa salvezza. Solo teoricamente: i conti economici non erano buoni, alcuni soci non erano convinti, Farabello non arrivò. E la FulgorLibertas retrocesse.

Avrebbe potuto illuminarla l’esempio della beffa della primavera 2007: la VemSistemi di Gigi Garelli era prima in B1 quando balenò una chance di mercato, la guardia-ala Marco Evangelisti. Non se ne fece nulla: la sua Osimo fu così protagonista di una serie ancora oggi considerata maledetta, con i biancorossi eliminati 2-3 dopo essere stati avanti 2-0 e aver perso gara3 a fil di sirena. La sera di gara5 un dirigente forlivese mormorò: "Sapevo che ce ne saremmo pentiti...".

In molti casi è stata una questione di sfortuna. Nella primavera 2010 la FulgorLibertas l’innesto lo fece, ma Federico Lestini si frantumò poi il ginocchio nei playoff, proprio quando avrebbe potuto fare la differenza (fu l’anno della finale persa con la Fortitudo). Nel 2014, quando come oggi la necessità era sotto canestro, aggiunse Davide Rosignoli: purtroppo non servì a evitare la retrocessione. Nel 2016 a stagione in corso ecco Roberto Maggio: preso per allungare le rotazioni degli esterni, a lui toccò il tiro che, alle Final Four contro Udine, valeva la promozione. Ma anziché tirare lo passò, mentre scadevano i 24 secondi... (per fortuna l’Unieuro colse la seconda chance per l’A2 l’indomani contro Montegranaro)

Infine, il caso del 2021: l’infortunio in extremis di Erik Rush portò a dover cercare un sostituto proprio alla vigilia dei playoff. Il prescelto, dopo varie trattative saltate e problemi di visti con altri stranieri, fu il pivot croato Ivica Radic, appena retrocesso con Cantù: al di là di numeri offensivamente discreti (ma chiuse l’esperienza forlivese con 1/8 ai liberi...), Dell’Agnello lo accantonò perché tatticamente un centro puro non gli serviva proprio. Era nella squadra che si fece buttare fuori ai quarti dall’Eurobasket Roma. Contro di lui c’era Daniele Magro...

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