Forlì, Naimy raccomanda Dawson: "Ha grande talento, farà bene"

Il play fu il primo cestista israeliano della storia cittadina: la nuova alla piccola sarà il secondo "Ci ho giocato contro molte volte, è atletico e spettacolare. A 31 anni non è ancora al massimo".

di STEFANO BENZONI -
30 agosto 2024
Forlì, Naimy raccomanda Dawson: "Ha grande talento, farà bene"

Il play fu il primo cestista israeliano della storia cittadina: la nuova alla piccola sarà il secondo "Ci ho giocato contro molte volte, è atletico e spettacolare. A 31 anni non è ancora al massimo".

"Conosco bene Shawn Dawson visto che abbiamo giocato contro diverse volte. Posso assicurare alla città di Forlì e ai tifosi dell’Unieuro che hanno acquistato un giocatore molto forte". Parola di Yuval Naimy, il primo giocatore israeliano nella storia del basket forlivese (Dawson sarà il secondo), arrivato alla Pallacanestro 2.015 nella stagione 2017/18 nella squadra allenata da Giorgio Valli che annoverava fra le sue fila anche Darryl Jackson, Dane Diliegro, Giovanni Severini e Rino De Laurentiis: ottenne una tranquilla salvezza mancando però l’obiettivo playoff. Di Naimy, che domani compirà 39 anni, a parte alcuni assist immaginifici, i tifosi forlivesi non potranno mai dimenticare la tripla vincente di tabella allo scadere (85-82 contro Jesi il 23 dicembre 2017).

Riguardo a Dawson, l’esordio del nuovo straniero non sarà domani a Faenza ma pare rimandato al torneo di Lignano Sabbiadoro di venerdì 6 e sabato 7 settembre. Dawson sta ancora lavorando a parte con il preparatore: dovrebbe allenarsi con la squadra lunedì.

Yuvi, che ne pensa di Dawson?

"È un eccellente giocatore, può giocare sia guardia, sia ala piccola, è atletico, spettacolare e capisce il gioco. Lo conosco perché ci siamo affrontati diverse volte e credo che in Italia potrà fare bene".

Ci svela un suo segreto?

"Ha grande talento ma secondo me, nonostante i suoi quasi 31 anni, deve ancora raggiungere il suo completo potenziale. Insomma il bello lo deve ancora mettere in mostra".

Se potesse, che consiglio gli darebbe sulla sua prima esperienza in Italia?

"Deve dare il massimo rispettando sempre i tifosi, l’allenatore, i compagni di squadra".

Dopo l’annata a Forlì lei ha smesso di giocare a basket. Non le mancano i canestri?

"No, affatto anche perché dopo la mia esperienza a Forlì ho iniziato un business immobiliare che sta andando bene e mi sta dando molte soddisfazioni. Inoltre c’è la mia famiglia con i miei quattro figli, Yehonatan di 8 anni, Amit di 7, Ariel di 5 e Alma di 2 che mi tengono molto impegnato. Nel basket ho raggiunto tutti gli obiettivi: giocare nell’Hapoel Gerusalemme, nel Maccabi Tel Aviv e due anni in nazionale. Sono andato anche oltre i mei sogni più belli".

Qual è stato il ricordo migliore della sua annata a Forlì?

"Tanti, ma il più indimenticabile è stato quando battemmo la Fortitudo in casa".

E il più brutto?

"Quando capimmo che non ci saremmo potuti qualificare per i playoff. Sarebbero bastate solo un paio di vittorie in più e ce lo saremmo meritati, e come noi il club e i tifosi".

Circola una foto sui social di un soldato dell’esercito israeliano che mostra una sua maglietta. Non è che sia stato chiamato a combattere?

"No, no, tranquilli, non sono stato richiamato sotto le armi. Si è trattato di un soldato dell’Idf, le forze di difesa israeliane, che era un mio tifoso e aveva portato con sé quella maglietta".

Come sta vivendo questo terribile momento di guerra fra Israele, i palestinesi e i terroristi?

"Noi stiamo bene e siamo al sicuro, ma spero che tutto questo finisca presto da ambo le parti".

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