Forlì, ora Dawson diventa un problema. Non convince e ha tempi di recupero incerti

Oltre alla contusione ci sono le precedenti criticità del ginocchio. È emergenza in attacco: ma è l’uomo giusto per risolverla?

di MARCO BILANCIONI -
15 ottobre 2024
Forlì, ora Dawson diventa un problema. Non convince e ha tempi di recupero incerti

Shawn Dawson si è fermato dopo la 2ª giornata contro Cento per un edema osseo: nelle prime uscite si è fermato a 7,5 punti di media

Shawn Dawson sta per diventare un caso per la Pallacanestro 2.015. Lo dicono aspetti oggettivi: 5 soli punti contro Cento, nella sua ultima apparizione, senza canestri dal campo; 7,5 la media delle due uscite; appena 63 di squadra, in sua assenza, a Brindisi (appena 9 punti nel primo, mai sopra i 20). Insomma, si fa sentire l’assenza di una guardia Usa. Dell’uomo che dovrebbe essere il principale riferimento offensivo biancorosso. Il problema è duplice: perché Dawson è assente per infortunio, senza una prospettiva chiara di ritorno, e perché, del resto, non aveva convinto neanche prima.

Coach Antimo Martino, alla vigilia di Brindisi, aveva detto: "Tornerà quando non avrà più dolore e sarà in grado di allenarsi con intensità". Sono parole che allontanano il rientro dell’ex nazionale israeliano. L’assenza di dolore è ovviamente necessaria per mettere intensità in palestra. Ma può essere anche una duplice condizione da far avverare. Infatti – stando a quanto trapela – sono due i problemi fisici: l’edema osseo annunciato dopo Verona, sostanzialmente una contusione (a poche ore dalla partita, la società aveva invece parlato di problema muscolare); sullo sfondo, resta un ginocchio già infortunato in passato, che rende più delicato anche il problema post Cento. E sarebbe questa la vera preoccupazione per il futuro prossimo del giocatore con la maglia numero 1.

In sintesi: aspettarne il ritorno, ma con quali certezze? Il giocatore, dal punto di vista tecnico, ne ha offerte ben poche. C’è l’ipotesi di un taglio? Oggi nessuno risponderebbe ufficialmente di sì in casa biancorossa: Forlì potrebbe rimpiazzarlo solo con un comunitario, come fu con Nik Raivio dopo il problema di Vincent Sanford. A fine mese, passati 5 turni, chi venisse tagliato dall’A1 conserverebbe il visto e dunque potrebbe trovare una seconda occupazione in Italia. Altrimenti, dalla prima giornata di ritorno, per l’Epifania, tutte le società di A2 avranno a disposizione un nuovo permesso di soggiorno da assegnare a chicchessia: una modifica regolamentare suggerita dal caso del forlivese Kadeem Allen, nella scorsa primavera.

Ma Forlì ce l’ha tutto questo tempo, per aspettare e valutare? No. Lo dice il calendario, fitto di turni infrasettimanali. Domani si gioca la 5ª giornata, non si può attenderne altre 14 con queste perduranti e oggettive difficoltà. E coach Antimo Martino sembra aver mandato due messaggi chiari: appunto sabato, facendo capire che l’assenza di Dawson può essere lunga e che le condizioni post-infortunio non sono scontate; e poi domenica, quando ha concesso 10’ a Tommaso Pinza, classe 2006.

Quest’ultima mossa si giustifica (anche) con la necessità di preservare qualche esterno, nella carestia attuale, in vista del turno infrasettimanale, ma non solo: Martino non sarebbe il primo allenatore che, in tal modo, segnala alla società che, in caso d’emergenza, tocca puntare su un 18enne. Detto in altri termini: un esterno che tiri su il reparto serve. E al più presto. Ecco perché la situazione di Shawn Dawson si fa più delicata ogni ora di più. E anche più complessa da gestire per la società, che avrebbe preferito avere tempo. Dopo Brindisi, è chiaro che non ce n’è più molto.

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