Forlì tenta un altro passo avanti. Aumento del budget: +10-15%
Negli ultimi anni gli sponsor sono cresciuti. Dalla biglietteria (esclusi abbonati e playoff) almeno 150mila euro
"Sicuramente quest’anno, come negli ultimi anni, il nostro non sarà il budget più importante della serie A2, è un budget rilevante e l’abbiamo già aumentato". Parole di Giancarlo Nicosanti, presidente della Pallacanestro 2.015 su quello che cercherà di fare la società sul mercato estivo per ripresentare una squadra forte che, rispetto all’anno passato, al momento ha sotto contratto solamente Daniele Magro e Luca Pollone, senza considerare il promettente Michele Munari che nelle occasioni nelle quali è stato chiamato in campo, ha dimostrato innanzitutto di non avere paura e poi di poter dare anche una mano.
Già, il budget. Questa parola da cui pare dipendano i destini del campionato. Secondo la vulgata vincerebbe la squadra con il budget più alto: verità o esagerazione? Comunque la si pensi, un dato in casa biancorossa è assodato: nella sua storia Forlì il budget più alto del campionato non l’ha avuto mai. Però, e questo va sottolineato, è sempre riuscita a mettere in campo formazioni competitive, come stanno a dimostrare i risultati ottenuti nelle stagioni 20-21, 22-23 e in quella appena conclusa. Un budget che anche in vista della prossima stagione verrà aumentato, come già era successo nelle precedenti. Di quanto? Parrebbe di un 10-15%. Molto? Poco? Per quello che i soci possono e potranno fare, e i tifosi non dovrebbero mai dimenticarlo.
Cifre a parte, esiste da parte del club di viale Corridoni la volontà di costruire una squadra competitiva, anche se pare innegabile che non saranno poche le società che possano permettersi di spendere più di Forlì. E qui si potrebbe riflettere sul modello economico della Fondazione, che rispecchia in findo l’ossatura economica cittadina: i soci sono quasi tutti manager, liberi professionisti, non hanno alle spalle imprese e finanze tali da permettersi ogni anno di spendere cifre con sei zeri. Forlì, dall’anno della sua rinascita nel 2015, ha sempre fatto della serietà una parola chiave, una specie di mantra societario. "Siamo una società seria che paga puntualmente e che non ha debiti e questo è un dato di fatto che ci riconoscono tutti", ha più volte dichiarato il presidente Nicosanti. Una politica dei piccoli passi? Forlì, comunque, li farà ancora: questo dipende dai soci e soprattutto dagli sponsor, compresi coloro che si sono avvicinati di recente. Un altro fattore è un pubblico caldo, numeroso, il quarto di tutta la A2 con 3.042 spettatori di media, alle spalle dell’inarrivabile Fortitudo (5.100), di Trieste (3.279), a pochissima distanza da Trapani (3.056). La media è cresciuta nell’Orologio (3.234). A livello di pubblico a Forlì è mancato l’acuto, vale a dire la gara da 4.500 o 5.000 spettatori, ma in 10 delle 17 partite disputate in casa, playoff esclusi, ha superato il numero dei 3000 presenti, terza nella speciale classifica alle spalle di Fortitudo con 16 e Trieste con 11.
Gare di post season escluse, Forlì nelle 17 partite disputate nell’impianto di via Punta di Ferro fra Supercoppa, stagione regolare e Orologio, dovrebbe aver incassato una cifra compresa fra i 150 e i 160mila euro, esclusa la quota abbonati. Fra il 10 e il 15% del budget totale stagionale.
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