Il debutto di Moky. "Sono nata per allenare. Dopo tante giovanili questa è la mia occasione»

Basket A2, l’ex giocatrice plurivittoriosa Stazzonelli nuovo coach a Giussano "Spero che questa diventi la mia casa con un progetto a lungo termine. Cresciamo tutte insieme e mi aspetto che qualche nostra atleta esploda".

di ANTONELLA GALIMBERTI -
25 luglio 2024
"Sono nata per allenare. Dopo tante giovanili questa è la mia occasione"

Basket A2, l’ex giocatrice plurivittoriosa Stazzonelli nuovo coach a Giussano "Spero che questa diventi la mia casa con un progetto a lungo termine. Cresciamo tutte insieme e mi aspetto che qualche nostra atleta esploda".

Il percorso di Monica Stazzonelli, ex giocatrice di A1 e ora coach in Serie A2 femminile a Giussano, è da applausi. La stagione cestistica che inizierà a settembre è tutta da scoprire: "Quest’anno è per me importante - dice Moky Stazzonelli - vorrei dimostrare di poter fare bene a livello Senior dopo tante esperienze nei settori giovanili. È un’ambizione personale che deve crescere di pari passo con i miglioramenti della squadra. Mi aspetto che qualche nostra giocatrice giovane esploda e che tutte in generale facciano un buon campionato. Spero veramente che Giussano possa essere la mia casa per i prossimi anni, con un progetto a lungo termine. Finora con le squadre giovanili ho lavorato per costruire delle atlete, adoro prendere dei gruppi quando hanno più o meno quattordici anni e portarli avanti fino all’Under 19. Con le grandi si tratta soprattutto di gestire le individualità e di conseguenza la squadra intera.

C’è una parte tattica e la preparazione alle partite, poi credo che l’impatto del coach abbia maggiore rilevanza quando si lavora con le ragazze che devono ancora crescere. Mi sbilancio dicendo che un allenatore conta all’ottanta per cento, mentre con le Senior, in questo caso con la Serie A2, conta al quaranta per cento". Nata ad Ostia Lido e con le valigie in mano a diciassette anni per giocare ad Avellino, Moky ha un curriculum eccellente, vantando tre stagioni a Como culminate in tre scudetti vinti oltre a una Coppa dei Campioni. "Ho avuto la fortuna di giocare in uno squadrone come Como - ammette - agli ordini di allenatori importanti come Corno, Lucchesi e Colombo ma oltre alle vittorie la cosa più bella è che mi sono portata dietro tante amicizie che stanno durando nel tempo. Non ho avuto problemi nel destreggiarmi in due ruoli perché ho iniziato ad allenare mentre ero una giocatrice all’età di diciannove anni quando ero a Gragnano e poi a Lissone.

Nessun trauma perché ce l’avevo dentro la passione di essere un coach, ho fatto presto i corsi e ho preso in mano una squadra di ragazze quando erano quasi mie coetanee. È avvenuto tutto in modo naturale. Per quanto riguarda l’aspetto comunicativo le cose sono cambiate parecchio durante il mio percorso. Venti anni fa il rapporto con i giocatori era molto diretto, mentre ora sono presenti i genitori, parlano quasi sempre loro e sono protettivi, è cambiato il mondo e bisogna solo accettarlo. All’inizio ero impulsiva, ma sto facendo un grosso lavoro su me stessa. Sono una vera agonista e a volte mi accorgo che con le giocatrici che non sono grintose divento poco tollerante, ma sto provando a crescere, a volte ci si riesce a volte no. È bello però essere un’istruttrice".

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