La ’confessione’ di Sacchetti: "Ho un debole per Winston"

Il coach: "È un vincente, così come coach Priftis. E aspettate a bocciare Grant, ha un fisico incredibile"

di GABRIELE GALLO
30 gennaio 2025
Meo Sacchetti, 71 anni, è stato anche commissario tecnico della nazionale

Meo Sacchetti, 71 anni, è stato anche commissario tecnico della nazionale

A riposo, ma solo temporaneamente. Perché Meo Sacchetti, i suoi 71 anni non li sente per niente e considera l’ormai "sua" Sardegna non come "buon ritiro", ma il posto migliore per ritrovare le giuste energie per tornare in panchina.

"La passione è immutata – ci confida – e il prossimo campionato mi piacerebbe guidare un team dall’inizio, per lavorare con i tempi giusti". Nel frattempo uno dei più esperti allenatori italiani, che fece piangere tutta Reggio alla guida di Sassari, all’epoca dell’amara finale scudetto 2015, continua a seguire tutto quanto è basket.

Coach Sacchetti, è appena iniziato il girone di ritorno. La classifica era quella che si attendeva?

"Tenendo conto che fanno l’Eurolega, Milano e Bologna sono comunque vicinissime alla vetta. Trapani è una sorpresa fino a un certo punto, col budget e il roster che ha, e Brescia, con l’asse play-pivot migliore della serie A, e cito Miro Bilan non a caso, più Della Valle, sta meritando pienamente di essere in testa. Ammetto che non mi sarei aspettato di vedere Trento allo stesso livello, in particolare che iniziasse il campionato con dieci vittorie di fila. Galbiati sta facendo un lavoro davvero egregio".

La Unahotels?

"Secondo me sta facendo molto bene, ha elementi di grande talento e si vede a occhio che è un gruppo molto unito. Detto questo il doppio impegno in Serie A e in Coppa, a meno che tu non abbia un organico di dodici giocatori di uguale livello e qualità, lo paghi. Vincere a Tortona per i biancorossi è stato quindi un crocevia fondamentale, così come lo sarà la partita con Cremona sabato".

A metà febbraio ci sarà la Coppa Italia. Avremo ancora un vincitore imprevisto, come spesso è capitato?

"Ovviamente ci saranno sorprese, lo dice la storia di questa manifestazione. In una gara secca il puro talento può fare la differenza, al netto della minore o maggiore caratura delle squadre".

In fatto di andare oltre il pronostico lei ne sa qualcosa. La coccarda tricolore se l’è aggiudicata con Sassari e Cremona, che certo non erano favorite. Il segreto?

"Avevo in entrambe le occasioni dei giocatori parecchio forti, e squadre coese, che non mollavano mai e affrontavano insieme le difficoltà".

Qualità che alla Pallacanestro Reggiana non mancano. Magari dopo l’amarezza della finale persa contro Treviso nel 2005, e di quella sfiorata l’anno scorso, toccherà al biancorosso brillare alla F8?

"Di sicuro non andrà a Torino in gita, e i mezzi per tentare questo tipo di impresa, li ha".

C’è qualche alfiere biancorosso che le ricorda giocatori vincenti che ha allenato?

"Ho un debole per Cassius Winston, lo confesso. Veramente un grande giocatore".

Se gestisse un po’ meglio la concentrazione e difendesse in modo competente, sarebbe il top!

"Ma non giocherebbe a Reggio. Probabilmente, sarebbe oltreoceano a dirla tutta. E’ un vincente, sa crearsi tiri da solo, inventa giocate, ma sa anche passare la palla. E come si è visto a Tortona può diventare decisivo in pochi attimi, anche se prima pare non brillare".

Cos’altro le piace della truppa di Priftis?

"Intanto proprio il vostro coach. Sia per il modo in cui fa giocare la squadra, sia per come interpreta il ruolo. Credo che prima della fine del campionato passerò da Reggio, voglio vedere come lavora dal vivo. Poi dovete avere grande stima del gruppo italiano, a partire da Vitali, per cui ho una predilezione, e per il modo in cui sanno fare gruppo.. So che riceve molte critiche Grant, ma aspetterei a bocciarlo, anche in prospettiva. Ha solo 23 anni, non avrà un tiro mortifero ma il suo fisico è incredibile e sa difendere".

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