La fine di un ciclo. Urania e Villa si separano dopo sette anni intensi

Ufficiale il divorzio del tecnico dai meneghini: "Una strada piena di soddisfazioni. La ferita che rimane è sapere che quella routine di rapporti umani si perderà un po’".

di SANDRO PUGLIESE -
22 maggio 2024
Urania e Villa si separano dopo sette anni intensi

Urania e Villa si separano dopo sette anni intensi

Senza più l’entusiasmo di coach Davide Villa nella prossima stagione sarà decisamente strano. Anche i matrimoni più belli possono terminare, ma nulla potrà cancellare i 7 anni in cui il coach ha guidato i milanesi dalla B fino alle zone nobili della A2. Si cambierà pagina verso la prossima avventura dopo un rapporto così lungo che nel mondo attuale dello sport sembrava già da record, ma che ha permesso una crescita del movimento Wildcats inimmaginabile.

Coach Villa cosa le lascia un periodo così?

"Mi emoziona pensare che da quel primo giorno in sede all’Urania per costruire una buona squadra di B siamo passati a rammaricarci di cosa avremmo potuto fare di diverso per battere ai playoff di A2 una società di prestigio come Verona. Una strada piena di soddisfazioni. La ferita che mi rimane ora è sapere che quella routine di rapporti umani costruiti in 7 anni si perderà un po’".

Come allenatore ha sempre avuto esperienza lunghe: prima Desio, poi Urania, ora cosa cerca?

"Desio è stato il primo passo, Urania lo step successivo per crescere nell’ambizione, fui fortunato perchè vicino casa. Il prossimo ancora dovrà essere un altro gradino in più anche se ovviamente, alzando il livello, sarà difficile. Io non sono fatto solo per andare in palestra semplicemente ad allenare qualche mese una squadra di 10 giocatori, ma sono portato umanamente a far parte di qualcosa ed è per questo che ho fatto solo esperienze lunghe. Vorrei trovare una società dove trovarmi a mio agio e dare qualcosa di più".

Qual è il momento che le ha dato più soddisfazione?

"Vedere alcuni giocatori su cui ho scommesso riuscire a fare esattamente quello in cui credevo per loro. Quando Andrea Negri mise la bomba della promozione in A2 non fu solo la vittoria del campo, ma un doppio successo visto che l’avevo fortemente voluto da Desio. Anche l’attuale capitano Giorgio Piunti aveva già ottenuto alcune promozioni in A2, ma poi non veniva confermato, invece ci abbiamo creduto ed ha dimostrato di essere un giocatore di altissimo livello"

La partita più bella della sua gestione?

"La vittoria in Gara 5 a Omegna l’anno della promozione in A2. Non fu quella decisiva per salire, ma ci fece svoltare. In A2 la prima contro Cantù, un’emozione enorme visto che sono cresciuto vedendo basket al Pianella".

Quale vorrebbe giocare di nuovo?

"Mi basterebbe riavvolgere il nastro degli ultimi 4 secondi di Gara 3 contro Verona di una decina di giorni fa e non perdere allo scadere".

Qual è il suo quintetto dei sogni?

"Voglio segnalare alcuni legami speciali. Il gruppo della promozione in A2 umanamente di altissimo valore. Il legame con Piunti e Montano con cui ho condiviso quasi tutto il mio percorso in Urania. Nicolas Raivio, il mio primo americano allenato per davvero, e poi Giddy Potts, giocatore sempre ammirato da avversario, vederlo nella mia palestra è stata una gioia".

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