La metamorfosi di Smith. "Prima ero troppo passivo, ora aggredisco la partita»

Jamar è uno dei leader della Unahotels: "Sto molto bene fisicamente, poi mi piace entrare, attaccare il match e cambiarne l’inerzia" .

di GABRIELE GALLO -
10 aprile 2024
"Prima ero troppo passivo, ora aggredisco la partita"

"Prima ero troppo passivo, ora aggredisco la partita"

Jamar Smith è uno dei leader riconosciuto dell’Unahotels. A Pistoia ha giocato una partita sontuosa, beffato solo dall’ultimo tiro scoccato.

Smith, domenica la sua è stata una prestazione di livello assoluto peccato non sia bastato... "C’è tanto rammarico e disappunto per l’esito finale, anche perché in alcuni momenti avevamo avuto la sensazione di poterla controllare".

Qualche rimpianto per come è stato gestito il finale di gara? "Alla fine tutto è dipeso da un tiro non entrato, da una difesa che non abbiamo fatto bene. Resta quindi il dispiacere, unito però alla consapevolezza di aver fatto ottime cose".

Le ultime due trasferte hanno dimostrato che l’Unahotels ora sa farsi valere anche lontano dal PalaBigi. Cosa è cambiato?

"Soprattutto l’approccio. Abbiamo dimostrato di essere pronti sin dalla palla a due, più seri mentalmente, maggiormente preparati. In passato spesso non è stato così. Ora invece, sin dai primi possessi, si vede che l’aria è cambiata".

Reggio ha 4 punti di vantaggio sul nono posto. Possiamo dire che i playoff sono in cassaforte?

"Prima vinciamo due partite: a quel punto li avremo in tasca" Ottimista o pessimista di mantenere l’attuale, e preziosissimo in chiave post-season, quinto posto?

"Questo dipenderà anche dai risultati delle avversarie e dagli scontri diretti. Perciò ribadisco: prima vinciamo due partite; dopo vedremo la situazione".

Stiamo vedendo il miglior Smith della stagione. E’ frutto di una scelta preordinata pensando anche alla sua gestione fisica e tecnica, o ci sono altre ragioni?

"Dal punto di vista fisico è sempre stata una costante delle mie stagioni lavorare per essere al massimo della condizione nel momento del rush finale del campionato. Sotto il profilo tecnico invece ho un ruolo diverso rispetto al passato, quindi ci è voluto un po’ di adattamento. Non è stato difficile perché adoro anche questo aspetto del basket: provare situazioni nuove. Ma indubbiamente, partendo dalla panchina, nei primi mesi ero forse un po’ troppo passivo aspettavo che la gara venisse da me; ora invece sono io che aggredisco la partita. Se ci fosse un premio per sesto uomo dell’anno vorrei vincerlo, essere quello che entra, attacca il match, ne cambia l’inerzia a favore della mia squadra. Oltre a stare bene fisicamente sono in questo ’mood’ tecnico".

Domenica la sfida con Brindisi: sulla carta non dovrebbe esserci partita, ma i pugliesi si giocano una enorme fetta di salvezza…

"Non solo; in Serie A ogni domenica c’è un’insidia, non ci sono gare scontate. Loro poi hanno fatto grandi progressi. Per questo la chiave sarà l’energia che metteremo sul parquet. Il fattore PalaBigi, la carica del pubblico, saranno fondamentali a questo scopo. Poi dovremo proseguire con i progressi in difesa". Lo ha fatto capire da tempo ma ora glielo chiediamo in modo diretto. Resterà a Reggio anche la prossima stagione?

"Per me è sì: al 100%. Qui la mia famiglia e io stiamo benissimo. E per me è il posto giusto anche dal punto di vista tecnico. Mi è congeniale essere leader con i fatti e con l’esempio, più che con discorsi motivazionali, e qui ci riesco perfettamente. Inoltre partirei dalle basi stabilite quest’anno".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su