Lanzarini, l’arbitro con telecamera: "RefCam, uno strumento che aiuta"

Basket Saverio, bolognese, 49 anni, il primo a utilizzare la nuova tecnologia alla Final Eight di Coppa Italia

di ALESSANDRO GALLO -
17 marzo 2024
Lanzarini, l’arbitro con telecamera: "RefCam, uno strumento che aiuta"

Lanzarini, l’arbitro con telecamera: "RefCam, uno strumento che aiuta"

La RefCam, ovvero una telecamera indossata da un direttore di gara, è stata utilizzata per la prima volta, nel basket di casa nostra, in occasione della Final Eight di Coppa Italia. Tra i primi a utilizzarla, Saverio Lanzarini, 49 anni, laureato in Ingegneria, direttore vendite per una multinazionale di componenti auto. Sposato con Silvia, papà di Riccardo che proprio ieri ha compiuto 8 anni, Saverio ha alle spalle più di 500 partite, un mondiale, tre europei e un’Olimpiade mancata.

Come andò ai Giochi?

"Ero stato allertato per Tokyo 2020. La pandemia portò allo spostamento di un anno e, nel 2021, fecero scelte diverse".

Saverio, cosa serve la RefCam?

"Aiuta a fare meno errori e fa capire al pubblico tramite un’esperienza particolare quanto sia difficile prendere decisioni in situazioni di gioco concitate e di stress".

E come funziona?

"E’ una telecamerina fissata all’altezza degli occhi grazie ad un archetto che permette allo spettatore di vedere o quasi il nostro punto di vista. Io l’ho usata nel corso della finale tra Milano e Napoli".

Favorevole alla tecnologia?

"Certo, aiuta tutti. Riduce i margini di errore, che comunque ci sono. Tecnologia sì, a patto di ricevere un’adeguata formazione".

Prima partita arbitrata?

"Avevo 16 anni. Partita giovanile al Salvemini, arbitro unico e maglietta e righe bianche e nere".

Risultato?

"Il giorno dopo mi chiamò l’allora responsabile degli arbitri Giancarlo Galimberti".

Cosa le disse?

"Caro Saverio, mi hanno detto che ieri al Salvemini c’era un capostazione".

Troppi fischi?

"Non credo, alla fine fu quasi un complimento. O quantomeno, in quel momento, lo interpretai in modo positivo. Tanto che poi non ho più smesso".

Prima gara in serie A?

"Roma-Caserta, bella impegnativa".

Partite dirette?

"Qua mi perdo. Non tengo il conto. Qualche tempo fa mi fecero notare che la finale di Coppa Italia che mi apprestavo a dirigere sarebbe stata la mia gara numero 400. Dovrei essere sulle 500".

Perché arbitrare?

"Per il rispetto delle regole, perché si resta in un ambiente sportivo. L’ambiente nel quale sono cresciuto".

Bolognese e…

"Sì, ho arbitrato anche il derby".

E la prima cosa che chiedono a Basket City è…

"Tifoso Virtus o Fortitudo?".

E lei?

"Il tifo si perde nella notte dei tempi. Se vince la Virtus dicono che tifo per la V nera, se i bianconeri cadono allora sono considerato un tifoso Fortitudo".

Finali scudetto dirette?

"Diverse. Anche due volte gara-sette. Un Siena-Milano, di qualche annetto fa. E Olimpia-Virtus della passata stagione".

Fino a quando arbitrerà?

"Fisicamente sto bene. Fino a quando non mi dicono di smettere continuo. Mi piace".

Gira il mondo per lavoro, giusto?

"Confermo".

In valigia mette il fischietto?

"Solo se lavoro e impegni Fiba coincidono. Diversamente no. Sarebbe troppo".

Fiba o Eurolega?

"Ho fatto alcuni anni in Eurolega. Poi ci fu in intoppo: non si poteva arbitrare in Italia. Scelsi Fiba".

E se smette…

"Lo so, mi resta il Playground dei Giardini Margherita. Vicino a casa mia. Manco da alcuni anni. Ma arbitrare a casa è sempre piacevole. E al Playground ritrovo sempre l’atmosfera della mia Bologna".

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