Maioli torna azzurro a 42 anni: "È sempre una grande emozione"
Stefano, ex Pallacanestro Reggiana, convocato dalla Nazionale Over: "Il mio segreto? La passione"

Stefano Maioli, 42 anni
Non solo Nicolò Melli. C’è anche un altro reggiano a vestire l’azzurro del basket. E anche se si tratta ’solo’ della Nazionale Maxi Basket Over 40, si parla di un atleta che ha calcato a lungo i parquet di alto livello, tra serie A e Legadue (tra Pallacanestro Reggiana, Ferrara e Avellino) e che tuttora, continua a farlo a livello minors: in Promozione a Bagnolo.
Stefano Maioli, 42 anni, ala forte di 205 centimetri dall’altezza, è tornato sotto i riflettori per via della convocazione nell’Italia Maxi Basket Over 40, che si è radunata la scorsa settimana a Livorno. Maioli, come è nata questa nuova avventura?
"Attraverso un amico, Alessandro Ceparano, che è un po’ il factotum del gruppo over 40. Mi ha chiesto se ero disponibile, ovviamente ho risposto di sì. Ne ha parlato con coach Granchi che mi ha subito convocato, e questo mi ha fatto molto piacere. Vestire la maglia azzurra, anche se in un gruppo di veterani, è sempre un’emozione incredibile. E il livello è alto, visto che ci sono alcuni compagni che giocano tuttora in Serie A. E c’è un certo David Moss, per dire". Per lei l’azzurro non è una novità però…
"Da giovane ho fatto tutta la trafila delle Nazionali under, partecipando anche alle Universiadi col gruppo Under 20. Ho conservato diverse maglie di quegli anni, quelle che hanno resistito all’usura".
Da professionista una carriera più che discreta, soprattutto in A2, fino a quando un brutto infortunio non l’ha fermata…
"Un fatto rarissimo. Ero a San Severo in Serie B1 e, in allenamento, rimediai un’involontaria forte gomitata all’occhio. Di solito sono grosse botte, ma tutto finisce lì. Io mi sono ritrovato col nervo ottico lesionato. Non mi ha condizionato nella vita di tutti i giorni ma, per motivi di assicurazione e idoneità sportiva non potevo più giocare a livello professionistico".
Mai pensato di ritirarsi?
"Assolutamente no, la passione è sempre rimasta altissima. Sono sceso nelle serie minori, riavvicinandomi a casa: Castelnovo Sotto, Rubiera, Scandiano, Casalgrande. Oggi gioco con l’Heron Bagnolo".
Chi glielo fa fare a quasi 43 anni?
"La voglia e la testa, che non accusano l’età. E il desiderio di dare una mano ai ragazzi più giovani, molto più fisicati rispetto ai miei tempi, ma deboli nei fondamentali del gioco. Io cerco di trasmettere loro quello che ho imparato dai tanti bravissimi allenatori che ho avuto, a partire da Andrea Menozzi. Il fisico invece gli anni li sente, e mostra cenni di cedimento. Ma finchè regge, io gioco: famiglia permettendo".
Cioè?
"Mia moglie Marianna, anche lei ex giocatrice, è sempre stata molto paziente e disponibile con me, anche dopo la nascita del nostro primogenito, Nicolò, che oggi ha 3 anni. A fine giugno però nascerà il nostro secondo figlio, e… insomma, capisco che forse dovrei smettere e mia moglie un po’ se lo aspetta. Magari cercherò di strapparle il via libera a un allenamento a settimana".
Anche perché quest’estate ci sono proprio i mondiali Over 40, nella vicina Svizzera tra l’altro. Un pensierino a prendervi parte?
"Mi piacerebbe, e mi giocherò le mie carte. Ma, come dicevo prima, il livello nel gruppo è bello alto. Di sicuro ci provo".
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