Millina, l’arte di allenare nel sangue: "Così Granarolo vuole crescere"

Divisione Regionale 1 Il giovane Matteo ha ereditato dal papà Piero la passione per la panchina

di GIACOMO GELATI -
16 marzo 2024
Millina, l’arte di allenare nel sangue: "Così Granarolo vuole crescere"

Millina, l’arte di allenare nel sangue: "Così Granarolo vuole crescere"

Una maturazione sportiva del genere non poteva che essere tramandata di padre in figlio: e a tempo di record. Così, a soli 29 anni, la carriera da capoallenatore di Matteo Millina, figlio d’arte di Piero (in forza ai Titans San Marino), ha portato Granarolo a riconsolidarsi fra le ‘minors’ bolognesi come centro nevralgico. E il quarto posto nel girone B di Divisione Regionale 1 non è che lo specchio del suo lavoro e della sua meticolosità. Stasera alle 19 il big match sul campo di Argenta, seconda della classe.

Coach, come stanno andando le cose?

"Siamo in un momento altalenante, facciamo partite in cui riusciamo a esprimere il nostro gioco e altre dove facciamo più fatica: se non riusciamo a mettere la nostra identità spesso gira male".

Può spiegarci di più?

"Abbiamo un profilo prevalentemente difensivo, non per niente l’anno scorso siamo stati la miglior difesa del campionato. Questo comporta organizzazione tattica e un gioco dove tutti sono coinvolti, seguendo regole e mettendo energia. Spesso la mia rabbia deriva dal fatto che sappiamo fare quelle, ma mentalmente non siamo pronti. Siamo una squadra che può vincere e perdere contro tutti".

Dal 2019 a oggi com’è cambiato il suo modo di allenare?

"Rispetto all’inizio ho capito che miglioro attraverso i giocatori. Ho messo insieme errori e cose buone e sono diventato più severo di prima, ma senza mai perdere l’aspetto umano, che è indispensabile. Diciamo che oggi spingo i ragazzi all’auto-esigenza, a puntare sempre in alto".

Nel suo essere esigente che obiettivo si è dato quest’anno?

"Da quando mi sono insediato ho inoculato nei ragazzi un concetto che porta all’ambizione più totale, quindi i miei obiettivi stagionali sono più mentali e legati alla crescita di gruppo. E diciamo che allenarli da tanto tempo è un grosso valore, i risultati possono venire dalla nostra parte".

Contro Argenta sarà un crocevia di questo campionato?

"È una domanda difficile. Io, proprio perché dipendiamo dalla nostra identità, non guardo la classifica. Mai fatto una volta e non vorrei sembrare un gradasso. Diciamo che conosco i nostri mezzi e so che se facciamo il nostro possiamo toglierci tante soddisfazioni. Argenta è la squadra più forte e meglio allenata del girone, ma credo anche che il campionato sia ancora lungo e ogni gara decisiva. Diciamo che una vittoria sarebbe un bel segnale per noi e per gli altri che ci guardano".

Il suo assistente è una bandiera come Emilio Marcheselli. Com’è oggi il vostro rapporto?

"È di grande stima perché, anche grazie ad altre figure societarie, mi ha dato la possibilità di crescere sin da quando avevo 23 anni. Mi ha insegnato moltissimo, poi mi ha sempre trattato con grande rispetto e coi fatti mi ha dimostrato stima tecnica".

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