OraSì, Gay a tutto campo: "Il cuore oltre l’ostacolo"
Serie B I giallorossi fanno affidamento sulle capacità balistiche del 26enne "Stiamo lavorando duro. Sarà un campionato tosto, ma ce la giocheremo".
"Stiamo lavorando duro. Visto il girone, sarà un campionato tosto. Butteremo il cuore oltre l’ostacolo per vincere quante più partite possibili". Si presenta così Flavio Gay, guardia tiratrice e bocca da fuoco dell’OraSì Ravenna, presentato nella sede di uno degli sponsor storici della squadra, la Nuova Olp, rappresentata dall’amministratore Gabriele Mazzotti. Coach Andrea Gabrielli dichiara di conoscere Gay "da tempo, da quando giocava a Jesi. Mi ha sempre dato del filo da torcere. Spero che quest’anno faccia altrettanto contro i nostri avversari". Il classe 1998 "si sta allenando bene come tutta la squadra. Flavio ha talento offensivo e in difesa è molto furbo, è un giocatore smaliziato. Da parte sua c’è una grande propensione al lavoro, lo vedo felice e sereno". Tornando alle parole della guardia tiratrice, che ha giocato le ultime due stagioni con Cassino, "il carico di lavoro di queste ultime due settimane è abbastanza pesante". La priorità è trovare una chimica di squadra da trovare, visto che "sono solo tre i giocatori rimasti dalla passata stagione". I ’veteani’ "ci stanno indirizzando", facendo capire ai nuovi acquisti l’importanza di una piazza come Ravenna.Nel corso dell’amichevole di mercoledì contro i Blacks Faenza, c’è stata qualche momento di nervosismo di troppo.
"Un pochino ci tenevo a fare bene, con Faenza, è la mia ex squadra – ammette Gay –. Però alla fine era un’amichevole e l’ho vissuta come tale". Gay conosce bene Kevin Brigato. "Abbiamo giocato insieme a Cassino. ’Briga’ difende alla morte e ha un tiro micidiale". Gabrielli infine ribadisce "di amare poco le amichevoli. Sottolineo i 12-13 allenamenti, nei quali la squadra mi ha dato risposte positive". Saranno "7-8 le squadre da temere: Roseto, Ruvo di Puglia, le toscane, Latina, Chiusi e Roma, retrocesse dalla A2. Noi però dobbiamo guardare a noi stessi, acquisendo un’identità offensiva, difensiva e societaria: per fare bene servono intenti comuni".
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