Pascolo, domani il derby del cuore: "A Udine mi emoziono, ma Forlì è super"

L’ala pivot tornerà da avversario nella città in cui è nato e che lo ha lanciato. "Gli striscioni per me? Dico grazie ai tifosi biancorossi"

di STEFANO BENZONI -
27 gennaio 2024
Pascolo, domani il derby del cuore: "A Udine mi emoziono, ma Forlì è super"

Pascolo, domani il derby del cuore: "A Udine mi emoziono, ma Forlì è super"

Davide Pascolo è una brava persona, oltre a un eccellente giocatore. È calmo, tranquillo, quello che dà una mano in campo e fuori: insomma il compagno di squadra ideale. A Forlì è arrivato in estate e, dopo un primo periodo di difficile adattamento e di qualche problema fisico, è quasi diventato quel giocatore che coach Martino ed i tifosi forlivesi si aspettavano fosse: "Posso sempre fare meglio e lavoro ogni giorno per riuscirci. Cerco di farmi trovare pronto e di avere un impatto immediato sulla partita. Cerco di essere efficace, disponibile ad adattarmi alle esigenze della squadra".

Su cosa sta lavorando nello specifico?

"Devo avere più continuità al tiro e cercare di prendere più falli, cosa che in questa stagione mi sta riuscendo poco come testimoniano i soli 9 tiri liberi tirati in 20 partite".

Però è già diventato un beniamino dei tifosi, come testimoniano gli striscioni a lei dedicati al palazzo...

"Devo dire che quando li ho visti sono stato molto contento e mi hanno fatto davvero molto piacere. Colgo questa occasione per ringraziare i tifosi una volta di più. Ma oltre a loro voglio ringraziare tutti coloro che ci seguono perché ci aiutano nei momenti difficili, ci caricano e ci fanno giocare in un ambiente sempre caldo. Toto Forray, che è stato capitano della FulgorLibertas e mio compagno a Trento, me lo aveva preannunciato. Ma la realtà è stata ancora migliore del racconto".

Che squadra è questa Unieuro?

"Il marchio di fabbrica è la difesa, che è solida. E sappiamo trovare in attacco protagonisti sempre diversi. Diamo il meglio quando riusciamo a controllare il ritmo".

E questi sono i pregi. E i difetti?

"Siamo poco costanti e dovremmo esserlo molto di più eliminando quegli sprazzi, seppur fisiologici, nei quali caliamo di intensità e di fluidità".

Finora però l’unico passo falso è stato quello di Cividale.

"Sì, dove nella ripresa non siamo più riusciti a controllare il ritmo della gara. E anche un po’ a Verona. Contro Trieste e Fortitudo invece siamo rimasti in partita quasi fino alla fine".

Finora avete risolto molte partite complicate. Non mollate mai.

"Lo zoccolo duro dell’anno passato non solo ha aiutato l’inserimento di noi giocatori appena arrivati ma ci ha trasmesso questa unione di intenti. Le tante vittorie ai supplementari sono indice di voglia, di volontà, di compattezza che sono qualità importanti. È vero che la fortuna aiuta gli audaci, ma gli audaci devono esserci e non darsi mai per vinti".

Qual è in questo momento il vostro obiettivo?

"Qualificarci per le finali di Coppa Italia, poi andare più avanti possibile in stagione".

Per il primo obiettivo la gara di domenica a Udine e quella del turno successivo in casa contro Trieste saranno decisive.

"Saranno gare difficili. Francamente non so quanto possa cambiare arrivare primi, secondi o terzi e lo dico perché mancano talmente tante partite ai playoff che ci sono ancora troppe variabili che possono entrare in gioco, però cercheremo di vincerle per andare a giocare a Roma".

Tornare a Udine, la città dove è nato il 14 dicembre 1990 le provoca ancora emozioni oppure è una partita come un’altra?

"Tornare a casa è sempre qualcosa di speciale. Al Carnera ho cominciato a seguire il basket da bambino e poi rivedrò tanti amici. No, tornare a Udine è sempre un’emozione speciale".

Udine è un’ottima squadra.

"Sono molto compatti pur in un contesto dove emergono individualità di rilievo capaci di decidere le gare come hanno fatto contro Trieste e Orzinuovi quali Clark, Monaldi, Gaspardo e Alibegovic".

Cosa dovrete fare per vincere?

"Non farli esaltare soprattutto con i tiri da tre in transizione o dopo il movimento di palla e quindi essere bravi a controllare il ritmo della gara. È lì che si deciderà".

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