Sella e Tanfoglio, una scommessa vinta: "Amo le sfide, ora arrivano i primi risultati"
Il play biancorosso a Pesaro ha giocato da protagonista: "L’impatto è stato duro, adesso va meglio ma so che devo crescere ancora tanto"
Quando a 19 anni ne segni diciassette a Pesaro, in una delle arene più prestigiose d’Italia, allora significa che le gambe non ti tremano. E a Nicolas Tanfoglio non hanno tremato nemmeno quando Di Paolantonio lo ha informato del fatto che sarebbe dovuto subito partire in quintetto e che quella contro la VL sarebbe stata una serata di straordinari sul parquet, visti i forfait di Berdini e Delfino, entrambi alle prese con acciacchi. Detto, fatto: 37 minuti sul campo, 5 triple, 1/1 da dentro l’area, 3 rimbalzi, 2 assist e un recupero. Alla faccia dei 19 anni. "Mi sono sentito per la prima volta responsabilizzato", racconta Tanfoglio, che in estate è uscito fuori dal guscio della sua Brescia, per affermarsi per la prima volta da senior, dopo anni da protagonista nelle giovanili e da aggregato alla prima squadra, dove tra l’altro, un paio di anni fa, ebbe modo di incrociare le strade di Emanuele Di Paolantonio.
"Anche lui ha influito nel scegliere Cento. Ci siamo sentiti e abbiamo parlato: di lui avevo e ho tutt’ora una grande stima, sono contento di averlo ritrovato". Un inizio difficile, al primo impatto col basket dei grandi e in uno dei campionati più competitivi degli ultimi vent’anni. Poi, la fiducia dell’allenatore e dei compagni, e le prime soddisfazioni, a livello personale e di gruppo. "L’impatto è stato duro, ma quello lo sapevo fin da subito. E’ il mio primo anno fuori casa, da senior, in una nuova squadra e senza garanzie di minutaggio: non è semplice, ma fa parte del percorso. Però mi sono voluto mettere in gioco, amo le sfide, e a forza di stare lì con la testa e di lavorare ho ottenuto i primi risultati. E’ chiaro che giocare di più mi aiuta, però è anche vero che devo crescere ancora tanto, come ha detto anche il coach a fine partita.
Il mio ruolo preferito? Adoro sia fare il play che la guardia. Mi piace tirare a canestro, è una caratteristica che ho sempre avuto, ad ogni fine allenamento rimango in palestra e tiro quasi fino allo sfinimento. Allo stesso tempo, mi piace fare anche il regista e far muovere la squadra: 1-2 non c’è differenza, sono a disposizione del gruppo". E chissà quanto lo potrà aiutare a migliorarsi un compagno come Delfino: giocatore di una generazione diversa, ma anche di un’altra categoria. "Carlos è un leader assoluto, è molto aperto al dialogo e mi dà sempre tanti consigli, anche adesso che è infortunato". Ora pausa, poi Cividale: anche in quel caso la Sella dovrà fare affidamento a lui per tornare alla vittoria. "Spero di essere sempre quello di Pesaro, ma sarà dura (ride, ndr). Affronteremo la squadra del momento, con consapevolezza nei nostri mezzi. Se giochiamo come in queste settimane, potremo toglierci soddisfazioni".
Giovanni Poggi
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